[19 gennaio 2013]
Diamo seguito all’impegno preso con i colleghi dirigenti per la predisposizione di iniziative a salvaguardia dei loro legittimi interessi, ed in particolare della perequazione retributiva interna, indipendentemente dalle modalità con cui sono pervenuti alla dirigenza.

Abbiamo chiesto ai nostri legali di studiare la recente sentenza del Giudice del Lavoro di Roma e di valutare la linea di azione più opportune da suggerire agli interessati. Il consiglio è stato quello di attendere l’esito del giudizio di appello contro la sentenza di primo grado. La giurisprudenza di merito è controversa e comunque lungi dall’essere consolidata in senso favorevole ai richiedenti: non appare consigliabile impegnarsi ora in nuovi ricorsi di primo grado.

Al tempo stesso, si ritiene invece utile inviare una lettera di diffida e messa in mora”, il cui testo è stato predisposto dallo studio legale, e che ciascuno degli interessati è invitato a compilare ed inviare all’Ufficio Scolastico Regionale con il quale ha stipulato il contratto di assunzione. Il senso di tale mossa è il seguente:

  • l’interruzione dei termini di prescrizione (non del diritto in sé, che non si prescrive, ma degli arretrati);
  • il mancato esborso immediato per costi legali, senza rinunciare a nessun diritto futuro che dovesse scaturire dall’eventuale esito favorevole della sentenza di secondo grado.
E’ ovvio che queste considerazioni valgono solo per chi sottoscrive ed invia la diffida: chi non lo fa potrebbe trovarsi un domani a non percepire gli arretrati per il periodo superiore al termine legale di prescrizione. E’ appena il caso di ricordare che – trattandosi di questioni di lavoro – la diffida deve essere inviata a titolo individuale da ogni singolo avente diritto.
Le modalità di trasmissione possibili sono diverse: per raccomandata, ma anche a mano (richiedendo una ricevuta), per fax (con le avvertenze d’uso), per posta elettronica certificata. Per evitare possibili rilievi, dal momento che si tratta di una vertenza privata nei confronti dell’Amministrazione, si consiglia di non utilizzare per la trasmissione il fax o la casella di PEC della scuola.
 
Scarica qui la Lettera di diffida e messa in mora.