I Ministri Fedeli e Madia, con un comunicato in data odierna, rendono noto di aver inviato all’ARAN l’atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale dell’Area Istruzione e Ricerca. La contrattazione può ora prendere avvio e concludersi – secondo gli auspici – nel giro di qualche mese.

Per quanto ci riguarda, non prima che la Finanziaria sia divenuta legge. Anp sta seguendo con estrema attenzione le informazioni che filtrano in questi giorni dal Ministero riguardo alle somme iscritte nel documento di bilancio e destinate ad integrare la retribuzione di posizione dei dirigenti scolastici.

Nel merito della questione, è d’obbligo la riserva fondamentale: stiamo parlando di somme virtuali, iscritte in un disegno di legge. Un giudizio fondato si potrà dare, e lo daremo, quando quel testo sarà in Gazzetta.

Fin d’ora è però possibile dire alcune cose, che ci sembrano indispensabili per collocare le notizie fin qui circolate in una giusta prospettiva:

– se la cifra di 95,6 milioni di euro sarà confermata, sarà stato raggiunto l’obiettivo della perequazione con l’altra dirigenza pubblica, limitatamente alla parte fissa della retribuzione. Ricordiamo che il nostro obiettivo ultimo rimane la perequazione totale e cioè relativa a tutte le voci stipendiali;

– ci sono spazi di miglioramento anche su un altro versante, tutt’altro che secondario, quello delle decorrenze. Qui le voci si rincorrono, ogni volta diverse: ma, ad oggi, sembra configurarsi uno scaglionamento su tre anni (2018 – 2019 – 2020). Diciamo fin d’ora che, dopo quasi dieci anni di fermo contrattuale e dopo tutte le vicissitudini legate all’entità del FUN, non possiamo dirci soddisfatti e lavoreremo, da qui all’approvazione della legge, per anticipare quei termini;

– non ci sembra però di dover sottovalutare che l’aver previsto in Finanziaria una somma “perequativa”, destinata unicamente ai dirigenti scolastici e tale da allineare il loro trattamento fisso e continuativo a quello degli altri dirigenti dell’area, costituisce finalmente il riconoscimento della piena natura dirigenziale del nostro ruolo. Per la prima volta si esce dall’angolo di quella specificità in negativo che ci portiamo dietro da quasi vent’anni;

– neppure ci sembra un elemento secondario quello che, per noi e solo per noi, la tagliola dell’intesa del 30 novembre 2016 sia saltata o stia per saltare.

Per dirla con il vecchio proverbio, il bicchiere si presenta oggi mezzo pieno: abbiamo davanti a noi due mesi di impegno e di confronto politico serrato per cercare spazi di miglioramento rispetto a quel che oggi ci è dato di vedere. Spazi che individuiamo principalmente nei tempi di erogazione dei miglioramenti e nella possibilità di intaccare, dopo la parte fissa della retribuzione, almeno una prima quota del differenziale di quella variabile. Un passo su un cammino che è ancora lungo, ma che potremo dichiarare concluso solo con l’equiparazione piena, nostro obiettivo finale.