Il Ministero della Pubblica Istruzione ha pubblicato la nota prot. 151 del 14 marzo 2007, con la quale vengono fornite istruzioni applicative circa le nuove modalità di assegnazione dei fondi alle istituzioni scolastiche, a seguito delle novità introdotte dalla legge finanziaria per il 2007 recepite nel D.M. n. 21 del 1 marzo 2007.

Come avevamo anticipato nel nostro comunicato del 7 marzo scorso , la dotazione finanziaria determinata secondo le tabelle allegate al D.M. n. 21 non esaurisce la totalità delle somme da trasferire alle scuole, ma rappresenta soltanto una quota, alla quale vanno aggiunti gli importi determinati autonomamente dalle scuole stesse in relazione alla necessità di onorare gli istituti contrattuali e le altre spese giuridicamente definite.

A queste risorse andranno poi aggiunte le integrazioni che saranno disposte dal MPI a seguito della rilevazione oggettiva dei fatti di gestione verificatisi nelle scuole nell’esercizio finanziario di riferimento.

Nella nota è inoltre ribadito il fatto che “le risorse finanziarie assegnate …. potranno essere utilizzate dalle scuole senza ulteriori vincoli di destinazione, oltre quelli derivanti dalla vigente normativa contrattuale, per quanto riguarda il Fondo d’istituto, e da obbligazioni giuridiche già assunte da parte delle scuole medesime. Fatte salve tali precisazioni, si fa presente comunque l’esigenza di assicurare la dovuta priorità alle spese connesse allo svolgimento delle attività di istruzione, di formazione e di orientamento proprie di ciascuna tipologia e di ciascun indirizzo di scuola (art. 21, comma 5, legge n. 59/97)”.

Nell’invitare i colleghi ad un’attenta lettura della nota, ricordiamo le nostre posizioni sulla questione, già espresse nel comunicato del 3 marzo scorso: si registra finalmente un cambiamento di rotta in direzione dell’autonomia finanziaria delle scuole e si elimineranno – attraverso l’assegnazione diretta – i ritardi nell’erogazione delle somme loro spettanti, ma siamo ancora lontanissimi da quella logica di reale autonomia di gestione che sarebbe invece necessaria. Anzi: l’erogazione di un anticipo più che modesto, la sua integrazione solo sulla base di spese già affrontate dalle scuole, il monitoraggio degli USP mascherano (di fatto rafforzandolo) un centralismo che rappresenta l’esatto contrario delle scelte necessarie per migliorare realmente la gestione di questo vitale aspetto del funzionamento.

Infine, non si vede ancora nessun segnale di inversione di tendenza rispetto alla politica dei tagli praticata negli ultimi sei anni, da noi più volte denunciata. L’attuale contingenza, nella quale sembrano essere disponibili risorse finanziarie aggiuntive derivanti dal gettito fiscale, permetterebbe invece di cominciare a restituire alle scuole una parte delle risorse che sono state loro sottratte negli ultimi anni. Sarebbe il minino da fare, visto che l’istruzione è stata recentemente (e per l’ennesima volta) definita – a parole – una delle principali risorse strategiche e, come tale, inserita nelle priorità del rinnovato governo (la seconda di dodici!).