Si è tenuta ieri la prevista riunione di informazione alle OO.SS. sui contenuti della bozza di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), in corso di emanazione, necessario per rendere operative anche nei confronti del personale docente le disposizioni del decreto Brunetta in materia di meritocrazia e premialità.

Nello specifico, il DPCM è obbligatorio, in virtù del quarto comma dell’art.74 del d.lgs.150/2009, per rendere applicabili le disposizioni di cui al Titolo II (Misurazione, valutazione e trasparenza della performance) e al Titolo III (Merito e premi) del decreto stesso al personale docente delle istituzioni scolastiche, delle AFAM e del personale ricercatore e tecnologo degli enti di ricerca.

Poiché l’attività di docenza e di ricerca sono tutelate dall’art.33 della Costituzione, nonché dall’art.7 del d.lgs.165/2001, il decreto 150 aveva infatti correttamente previsto di salvaguardarne la specificità rinviando a successivo DPCM la regolamentazione, nei confronti del citato personale, delle disposizioni sulla valutazione e sulla premialità.

Il DPCM, oltre a prevedere i limiti e le modalità di applicazione ai docenti dei ricordati Titoli II e III del decreto Brunetta, avoca nel contempo al MIUR la definizione del sistema di valutazione previsto dall’art.7 dello stesso decreto.

Come è noto, infatti, ogni istituzione scolastica è una amministrazione pubblica e deve pertanto procedere alla valutazione delle performance del personale. Tale attività è rimasta finora di fatto sospesa in quanto, prima di valutare il personale, è comunque necessario adottare uno specifico “sistema di valutazione”, consistente nella esplicitazione delle procedure di monitoraggio, misurazione e valutazione. Si tratta quindi, in sostanza, di una sorta di sistema di gestione della qualità, obbligatorio per tutte le amministrazioni pubbliche. Ma le scuole, non potendo disporre degli Organismi Indipendenti di Valutazione (OIV) previsti dall’art.14 del decreto 150, non sono state finora in grado di definirlo e adottarlo e quindi hanno rinviato anche la valutazione del personale ATA, pur non rientrando questo nella eccezione dell’art.74.

L’Anp vede pertanto con favore l’emanazione del DPCM ed auspica che la successiva definizione dal centro delle regole di valutazione del personale avvenga in tempi rapidi, così da fornire quanto prima a tutti i dirigenti scolastici lo stesso strumento, a garanzia di equità per docenti e ATA.

Per quanto riguarda in concreto le modalità valutative, l’Anp auspica infine che sia possibile trarre un proficuo spunto di riflessione dalle sperimentazioni in atto. Tali sperimentazioni, pur non costituendo un modello estendibile a tutte le istituzioni scolastiche, sono nondimeno utili per diffondere quella cultura della valutazione del personale che è purtroppo molto carente in Italia. Valutazione a cui devono sottoporsi tutti i lavoratori dei servizi pubblici, inclusi ovviamente i dirigenti, come da tempo avviene ormai nelle migliori realtà sociali di oltre confine.