“Ancora
una volta, dalle tristi vicende della cronaca, la scuola italiana emerge – nei
fatti – come un fondamentale presidio per la democrazia, l’uguaglianza e il
progresso culturale e sociale del Paese. La reazione ferma degli studenti e
della preside dell’istituto Caravillani di Roma, di fronte alle frasi
antisemite pronunciate da una professoressa all’indirizzo di una studentessa
ebrea, sono infatti la concreta dimostrazione di quanto entrambi sosteniamo con
forza in ogni occasione: l’antisemitismo e il negazionismo non si combattono
soltanto il 27 gennaio di ogni anno, in occasione delle celebrazioni del Giorno
della Memoria, ma tutti i giorni. Cioè ogni qual volta assistiamo a una gesto o
ascoltiamo una frase che feriscono, offendono o discriminano. La
capacità di reazione dimostrata dai compagni di classe della ragazza, e dalla
preside dell’istituto, sono dunque l’ennesima dimostrazione che l’Italia è un
Paese sano, capace di reagire, e la scuola ne incarna la parte migliore. Lo
dimostra ogni volta che le sue aule o i suoi muri sono feriti dai segni
dell’antisemitismo, o dell’intolleranza in generale. Per entrambi è impossibile
dimenticare i segni di partecipazione e condivisione che ogni anno leggiamo
negli occhi degli studenti e dei professori che accompagniamo ad Auschwitz per
il Viaggio della Memoria. Sentimenti autentici e profondi che ci lasciano ben
sperare per il futuro della nostra società”.

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