Il blocco della certificazione dei CIR regionali sull’attribuzione ai dirigenti scolastici della retribuzione di posizione e di risultato per l’anno 2012/13, in atto da alcuni mesi, discende da una verifica da parte dell’Ufficio Centrale del Bilancio (UCB) che ha avuto come esito la richiesta al MIUR di ridefinire l’ammontare del Fondo Unico Nazionale in modo da non superare neanche di un centesimo il budget definito nel 2010.

La richiesta da parte dell’UCB, che inciderebbe dell’1,3% sull’intero ammontare del FUN, stupisce non poco, anzi provoca una vera e propria irritazione nei confronti di procedure contabili che hanno l’esclusivo fine di “fare cassa” anche su importi di irrilevante entità, indipendentemente dagli effetti che queste possono produrre.

La logica “sparagnina” che l’UCB intende imporre al MIUR non entra nel merito dei problemi, si disinteressa della distinzione tra voci stipendiali fisse e voci accessorie. Tanto meno si pone il problema di tener conto della scandalosa sperequazione che ancora caratterizza la retribuzione dei dirigenti inquadrati nell’Area V rispetto ai restanti dirigenti pubblici. o delle conseguenze derivanti dai vuoti d’organico che costringono i dirigenti scolastici si a farsi carico spesso di due amministrazioni pubbliche, quali sono le istituzioni colastiche.

È bene a questo punto, visto il perdurare della situazione di stallo, che vengano adeguatamente chiariti alcuni elementi della questione e a tal fine abbiamo chiesto, insieme alle altre OO.SS. rappresentative dell’Area V, una convocazione urgente al MIUR.

Il primo riguarda il meccanismo di alimentazione dei Fondi regionali, adottato con norma contrattuale del 2002 mai messa in discussione, il quale prevede che nella composizione del Fondo concorrano alcune voci di spesa, comprensive quasi esclusivamente delle RIA (retribuzione individuale di anzianità), risorse prodotte dagli stessi dirigenti e ad essi appartenenti, che vengono riversate nel Fondo nel momento
in cui gli stessi sono collocati in pensione. Tant’è vero che l’importo finale
delle RIA da corrispondere al Fondo Unico Nazionale dell’Area V poteva già
essere calcolato all’indomani della stipula del CCNL/2002.
Tagliare questa fonte di approvvigionamento fondamentale per la
corresponsione della retribuzione accessoria corrisponde ad una vera forma di
esproprio da parte del MEF, che non è assolutamente accettabile. A maggior
ragione per il fatto che in tutti questi anni, per effetto delle continue
manovre economiche, il Fondo non è mai stato incrementato, come invece è
successo per i fondi di amministrazione di tutte le altre aree dirigenziali,
con risorse aggiuntive derivanti da risparmi di sistema o da incrementi di
produttività (Cfr. in modo particolare i dirigenti del MEF e dell’Agenzia delle
entrate, cui spetta una percentuale sul recupero dell’evasione fiscale).

Il secondo elemento da chiarire è
costituito dal fatto che la definizione del Fondo Unico Nazionale, poi
ripartito tra le singole regioni, è stata operata dagli Uffici del MIUR sulla
base di una informativa alle parti sindacali, in occasione della quale insieme
ai responsabili del Ministero sono state verificate nella maniera più oculata
le diverse fonti di approvvigionamento del Fondo stesso. Sarebbe stato lecito
attendersi maggiore rispetto da parte del MEF riguardo al lavoro fatto, ma così
non è stato, consolidando l’idea che l’Amministrazione scolastica centrale,
come le altre amministrazioni, operino in regime di tutela da parte del MEF.
Anche questo aspetto non appare affatto condivisibile.

Come terzo elemento è necessario
ricordare che in occasione della stipula dell’ultimo CCNL dell’Area V,
risalente ormai al 15 luglio del 2010, le delegazioni sindacali condivisero
l’ipotesi di centralizzare la costituzione del Fondo Unico Nazionale e di
ripartirlo regionalmente in rapporto all’organico dei dirigenti scolastici,
anche al fine di impedire che si ripetesse il fenomeno dell’incapienza dei
Fondi regionali, che aveva bloccato la contrattazione integrativa regionale dal
2007 in avanti.

L’ultimo elemento da ricordare è
che dal 2010 i Contratti integrativi regionali hanno collocato correttamente le
risorse eccedenti il tetto 2010 sulla retribuzione di risultato. Così è stato
anche per i CIR 2012-2013 di cui è stata bloccata la certificazione. Sarebbe
opportuno ricordare ai solerti funzionari del MEF che i dirigenti scolastici “godono”
di una retribuzione di risultato che ammonta a circa il 25% di quella spettante
ai dirigenti di seconda fascia dell’Area I.

Alla luce di quanto
sinteticamente rammentato ci sentiamo in dovere di suggerire ai responsabili del MIUR di sollecitare una risposta definitiva da parte
del MEF, opponendo alla richiesta
dell’UCB un cortese rifiuto, ovviamente adeguatamente motivato e tale da
dimostrare che i conti a suo tempo fatti nelle stanze di viale Trastevere
rispondono al vero. I dirigenti, ad anno scolastico 2012/13 ampiamente
concluso, hanno il diritto di vedersi corrisposta ed adeguata al più presto la
retribuzione di risultato.
 
Con la stessa lettera, infine, abbiamo chiesto di
essere informati sull’importo del Fondo Unico Nazionale per il 2013-2014, informazione
che l’amministrazioni avrebbe dovuto fornirci entro il 31 luglio 2013.