Presentati ieri a Roma i risultati dell’indagine promossa da ANP – Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola e La Fabbrica – Gruppo internazionale leader nella comunicazione e nell’editoria educational, “Essere dirigente della scuola oggi” su identità, ruolo e sviluppo professionale dei Capi d’Istituto.


I testo completo della ricerca è disponibile nell’area del sito Anp riservata ai soci. Cliccate qui per accedervi

Negli ultimi sei anni si è verificato un cambiamento generazionale importante nella categoria dei Capi d’Istituto, a seguito del reclutamento effettuato con i tre concorsi più recenti. Ciò comporta un significativo scarto nel modo in cui gli attuali dirigenti interpretano il ruolo nell’esercizio quotidiano delle loro responsabilità. L’evoluzione storica della funzione è, inoltre, fortemente influenzata dal cambiamento della fisionomia delle scuole, diventate enti sempre più grandi e complessi per il processo di dimensionamento degli istituti. Il paradigma gestionale è profondamente mutato, condizionando altrettanto profondamente profilo professionale dei dirigenti. L’analisi di questi mutamenti è all’origine dell’indagine che ha coinvolto un campione di 829 dirigenti, rappresentativo dell’intera platea dei 5.581 soggetti interessati.



Nadio Delai, Sociologo, Presidente della Società di consulenza e ricerca Ermeneia – Studi & Strategie di Sistema, che ha realizzato la ricerca per conto di ANP e La Fabbrica, ha illustrato le principali tesi emerse.

• I dirigenti della scuola presentano un’identità solida ed un’identificazione professionale elevata, entrambe fortemente condivise.

Analizzando le ragioni della scelta professionale si scopre, infatti, che per il 63,1% degli intervistati la ragione più importante dell’accesso al concorso per dirigente è rintracciata nella pratica professionale maturata come insegnante e nel desiderio di compiere un passo avanti. Per il 48,1% fondamentale è il fatto di aver avuto esperienze di collaboratore del dirigente e quindi il sentirsi pronti ad assumere il ruolo di capo di istituto. Al terzo posto , con una percentuale di adesione del 27,9%, l’opportunità di ottenere una migliore retribuzione. Il 73, 70% dichiara che senza dubbio intraprenderebbe di nuovo la carriera di dirigente della scuola.

• Il cambiamento del paradigma professionale viene avvertito in maniera pronunciata e non di rado con una percezione di onerosità del ruolo, ma anche come una scommessa positiva circa la capacità di adeguarsi al ruolo stesso.

Il 67,40% degli intervistati dichiara di aver sentito in maniera significativa tale cambiamento, ed individua tra gli aspetti più significativi la responsabilità contemporanea di più plessi, l’esigenza di dover esercitare attivamente la delega di responsabilità ai collaboratori, la necessità di operare per obiettivi e per conseguente verifica del loro raggiungimento.

Si è chiesto poi ai dirigenti di individuare i problemi significativamente importanti nell’esercizio della professione.Secondo il 94,4% la normativa è eccessiva e contraddittoria, per il 95,8% il problemi principali sono l’esiguità di risorse e personale, la molteplicità delle responsabilità, la retribuzione non adeguata alle medesime. Tuttavia, malgrado i problemi, il 68,2% degli intervistati afferma di poter svolgere comunque bene il proprio ruolo, confidando di poter migliorare e consolidare le conoscenze utili allo stesso.

• Le modalità di reclutamento richiederebbero una messa a punto più coerente rispetto ad un ruolo di dirigente che deve esercitare funzioni ampie e corrispondenti responsabilità estese.

L’esigenza di porre maggiore attenzione alle modalità di reclutamento, non essendo poi possibile compensare successivamente un processo selettivo inadeguato, è condivisa dall’88,6% degli intervistati. Per il 96,3% devono essere attentamente valutati i requisiti attitudinali del candidato, ben diversi da quelli della professione insegnante. Il 93,7% concorda sulla necessità che i dirigenti neo-assunti possano usufruire di un periodo di inserimento sufficientemente lungo con modalità di affiancamento da parte di dirigenti già in servizio. Molto sentita (83% dei consensi) l’esigenza di Commissioni di Valutazione per il reclutamento dei dirigenti che, oltre al possesso dei requisiti di legge, abbiano seguito un percorso formativo selettivo centrato su competenze di valutazione, oltre che giuridiche.

rembado

Il Presidente ANP Giorgio Rembado, nell’introdurre i lavori ha affermato che “l’immagine che emerge dai risultati di questa ricerca è quella di un corpus professionale in possesso di una buona maturità complessiva e di una consapevolezza del mutamento di ruolo in cui si trova inserito. La quantità di dati e di opinioni raccolte sarà preziosa per stimolare, anche attraverso i suggerimenti della nostra associazione, un processo generale di continuo miglioramento delle tecniche che portino alla direzione degli istituti persone sempre più competenti e motivate.” SCARICA QUI IL TESTO COMPLETO DELLA RELAZIONE

L’A.U. di La Fabbrica Alberto Merlati, “Sono felice di aver contribuito a questa ricerca mettendo a disposizione le risorse e le competenze della mia agenzia di comunicazione educativa. Noi de La Fabbrica dialoghiamo ogni giorno nel mondo in varie lingue con dirigenti scolastici e insegnanti di tutti i gradi di scuola che coinvolgiamo in progetti finanziati dall’extrascuola. Conosciamo le numerose difficoltà di gestione di una situazione organizzativa sempre più complessa. Ma abbiamo visto i dirigenti all’opera e siamo soddisfatti che anche questa ricerca dimostri, in particolare alle aziende – a volte culturalmente lontane dal mondo della scuola – che vale la pena impegnarsi a favore della qualità dell’istruzione, con la certezza di trovarsi di fronte a interlocutori attenti e preparati.”


E’ intervenuto a commentare i dati Alberto Di Minin, Consigliere per le politiche sull’innovazione del Ministro On. Maria Chiara Carrozza.

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