Oggi 19 novembre il Presidente Giannelli ha incontrato presso il MIUR il Sottosegretario De Cristofaro. Il colloquio, svoltosi in una atmosfera di grande cordialità e reciproca attenzione, ha avuto lo scopo di presentare al Sottogretario la posizione e le richieste dell’ANP su alcune specifiche materie.
Revisione del d.lgs. 81/2008
Come è noto, l’ANP ha formulato numerose richieste di modifica del testo unico sulla sicurezza al fine di chiarire definitivamente che le responsabilità concernenti gli edifici scolastici, la loro manutenzione, la relativa impiantistica competono agli enti locali. Ritenendo che anche la valutazione dei rischi strutturali debba essere attribuita a questi enti, chiediamo vengano effettuati periodici sopralluoghi delle scuole e che i colleghi siano dotati di poteri di intervento efficaci. Chiediamo anche che sia definito con la massima urgenza un piano di monitoraggio capillare dello stato dei solai e dei controsoffitti, dato l’elevato rischio di crollo desumibile dai rapporti di Cittadinanzattiva.
Mantenimento della retribuzione accessoria (FUN)
Chiediamo che la legge di bilancio per il 2020 incrementi adeguatamente il FUN a partire dall’anno 2019/20, in quanto l’organico dei dirigenti delle scuole è molto aumentato (approssimativamente da 6300 a 8000) dal 1° settembre 2019 ma il Fondo è rimasto costante. Se non si provvedesse a tale adeguamento, i dirigenti perderebbero in media circa il 25% della retribuzione di posizione e risultato, con grave pregiudizio del buon risultato ottenuto di recente con il rinnovo del CCNL. Ricordiamo che  la retribuzione dei Dirigenti scolastici è, ancora, di gran lunga inferiore a quella degli altri dirigenti dell’area “istruzione e ricerca” e che essi sono gravati di numerose e delicate incombenze, tra cui spicca quella relativa alla sicurezza, a differenza della stragrande maggioranza dei dirigenti pubblici di pari livello.
Revisione delle prassi didattiche e piano di aggiornamento
La nostra scuola soffre di un’altissima dispersione, sintomo di una generalizzata difficoltà nel motivare gli studenti a dedicarsi allo studio: è necessario far evolvere il sistema scolastico italiano e rimettere al centro la motivazione allo studio e il continuo orientamento/riorientamento così come succede in altri paesi europei. Deve essere favorito lo sviluppo di competenze di cittadinanza finalizzate al rispetto degli altri ed alla partecipazione alla vita collettiva così come deve essere rinnovato l’approccio didattico, incentrandolo sullo sviluppo del senso critico e dell’autonomia di pensiero piuttosto che sul mero trasferimento di nozioni.
A questo è strettamente collegata l’esigenza di aggiornare il personale: in primo luogo, quello docente che dovrebbe essere destinatario di cospicue risorse e mantenuto all’avanguardia professionale e culturale. Lo stanziamento di adeguate risorse economiche per l’aggiornamento continuo dei docenti è una delle principali priorità del nostro sistema educativo e, a nostro parere, va preferita una modalità basata sull’approccio learn by doing di affiancamento dei colleghi maggiormente capaci di coinvolgere gli studenti e di favorirne il successo formativo.
Alternanza scuola-lavoro
Si tratta di una metodologia didattica potenzialmente molto formativa e fondamentale per contrastare la disoccupazione giovanile, utile soprattutto negli istituti tecnici e professionali che vivono del rapporto continuo con il mondo della produzione: essa aiuta gli studenti a sviluppare quelle competenze trasversali – le cosiddette soft skills – tradizionalmente poco considerate nella didattica tradizionale, più sensibile alle hard skills. L’ANP chiede che le ore di alternanza siano riportate ai livelli previsti dalla legge 107/2015, erogando alle scuole che intendano avvalersene risorse economiche più consistenti. Dovrebbero essere convenientemente previsti dei parametri di qualità idonei a prevenire eventuali disfunzioni, verificatesi in passato in casi numericamente molto limitati.
Istituti tecnici superiori
Si tratta di un segmento formativo che, se potenziato, avrebbe enormi possibilità di contrastare la disoccupazione giovanile: il numero di studenti che lo frequentano è bassissimo, pari a circa 12.000, a fronte di una domanda di lavoro per centinaia di migliaia di posti destinata a restare disattesa. Una politica scolastica che guardi al futuro deve moltiplicare considerevolmente gli attuali stanziamenti e favorire l’istituzione di numerosi istituti tecnici superiori in tutte le aree del Paese e in tutti i settori di maggiore rilevanza produttiva.