L’ANP, avendo più volte denunciato la cronica mancanza di personale docente (e ATA) e l’affannosa ricerca, da parte delle scuole, di personale necessario a garantire regolarmente il servizio di istruzione, auspica che i concorsi di cui tanto si discute da qualche settimana siano finalmente, e rapidamente, espletati.
Non possiamo fare a meno, però, di dichiarare il nostro sconcerto in quanto, a fronte della plateale e drammatica situazione di carenza di organici, constatiamo che il decisore politico e i sindacati di comparto si concentrano essenzialmente su procedure legate ad una visione ormai lontana dalla realtà e dalle dimensioni del fenomeno, piuttosto che sul nocciolo del problema.
Nella consapevolezza dell’impossibilità di svolgere i concorsi in modo veloce e sicuro – la storia degli ultimi anni ci insegna che hanno vita lunga e travagliata, che sono spesso ingestibili e che vengono sistematicamente contrastati dai ricorsi – ci si balocca sulle modalità di svolgimento degli stessi: ultima invenzione i test a scelta multipla per consentire ai candidati precari, già in servizio, di essere assunti stabilmente e senza troppe formalità. A tal riguardo, preferiamo stendere un “pietoso velo” sulla scandalosa ipotesi di pubblicare anzitempo le domande da cui estrarre poi quelle oggetto della prova scritta.
Ma bastano selezioni così fatte per rispondere ai bisogni della scuola di insegnanti di qualità?
Partiamo da una considerazione imprescindibile: la scuola ha bisogno di docenti preparati soprattutto per aiutare bambini e ragazzi a crescere in una società in continua evoluzione, nella quale conoscenze, abilità e saperi richiesti mutano con grande velocità. Occorrono docenti non solo preparati nelle loro discipline, ma anche, e soprattutto, dotati di attitudini e competenze di tipo psicologico e sociale.
Come verificare queste competenze? Se il concorso è straordinario, è sufficiente una batteria di test per rilevarle?  Se è ordinario, con quali prove e con quali tempi si può garantire l’assunzione di personale competente?
L’ANP avverte l’esigenza di riproporre una soluzione diversa, fondata sull’esperienza e sulla fattibilità: se la procedura ha carattere straordinario ed è finalizzata alla stabilizzazione di insegnanti che hanno già prestato servizio, è opportuno demandare la loro valutazione alle scuole. Abbiamo circa 8000 scuole che potrebbero diventare centri per la selezione e l’impiego dei docenti, con modalità facilmente individuabili e tempi decisamente molto brevi. Le scuole potrebbero occuparsi della selezione del personale necessario a ciascuna avendo a disposizione non solo l’esito dell’attività già eventualmente svolta, ma anche il curriculum del candidato che potrebbe essere chiamato a un colloquio.
Nella stragrande maggioranza dei paesi al di là dei nostri confini, particolarmente attenti alla qualità dell’offerta didattica e i cui sforzi in tal senso sono evidenti anche attraverso gli esiti positivi delle rilevazioni internazionali, la selezione diretta del personale rappresenta uno strumento formidabile con cui agire e incidere in meglio sul sistema formativo.
Sarebbe il momento di uscire dal dilemma “concorsi sì – concorsi no” e, soprattutto, di eliminare per sempre le sanatorie, costantemente riproposte negli anni nonostante la loro totale inidoneità a garantire le competenze degli assunti. Si tratta di soluzioni assunzionali di scarso successo e, soprattutto, inadeguate a risolvere il problema della carenza strutturale di personale docente qualificato. Esse, al contrario, riproducono sistematicamente il fenomeno del precariato, lesivo della dignità degli insegnanti e del diritto all’istruzione, e ostacolano il miglioramento del nostro sistema educativo.