La prossima legge di Bilancio prevede investimenti per la scuola che, benché ancora insufficienti a colmare le lacune frutto di decenni di scarsa attenzione, rappresentano quanto meno un’inversione di tendenza in un settore, come quello dell’istruzione, veramente strategico per la tenuta e la crescita del Paese.

In occasione della presentazione, da parte del Ministero dell’istruzione, delle misure che la legge di bilancio 2021 dedica alla scuola, avevamo già individuato, lo scorso 18 novembre, le aree su cui ad avviso dell’ANP occorre investire qui e ora per l’effettivo miglioramento della scuola; con l’approssimarsi del momento di approvazione della legge riteniamo opportuno ribadire la nostra posizione puntualizzando che è necessario pianificare:

 

  • a garanzia di una didattica in presenza effettiva, il completamento degli organici della scuola, l’incremento di trasporti sicuri ed efficienti, le risorse necessarie per garantire un tempestivo contact tracing da parte delle ASL
  • la messa in sicurezza degli edifici, partendo dal controllo periodico di solai e controsoffitti
  • la strutturazione di ambienti di apprendimento adeguati a una didattica innovativa
  • il cablaggio a banda larga degli edifici scolastici;
  • la fruizione gratuita dei pasti e del trasporto pubblico locale da garantire in maniera diffusa almeno agli alunni del primo ciclo;
  • l’introduzione del livello contrattuale dei quadri, ovvero figure intermedie tra il ruolo del docente e quello del dirigente;
  • la piena valorizzazione del personale docente anche attraverso l’istituzione per esso di una vera carriera;
  • l’adozione di un piano di formazione “permanente strutturale e continuo” per una reale innovazione didattica;
  • nell’ambito della razionalizzazione e della programmazione della rete scolastica, l’abbassamento dei parametri che determinano il dimensionamento delle istituzioni scolastiche;
  • l’armonizzazione della retribuzione dei dirigenti delle scuole con quella degli altri colleghi dell’area “istruzione e ricerca”.

In sintesi, riteniamo che l’emergenza imponga un cambio di passo anche nella scuola e che il cambiamento vada intercettato e governato: alle parole devono seguire i fatti.