Il Comitato tecnico scientifico, nella seduta dello scorso 25 giugno, ha fornito il suo parere: anche nel prossimo anno scolastico si dovrà ricorrere al distanziamento, alle mascherine e all’osservanza delle misure preventive differenziate in base al colore delle regioni.  

Sono almeno tre gli aspetti che rendono incerta, alla luce dello scenario epidemiologico in divenire, l’organizzazione delle attività scolastiche da qui a pochi mesi. 

Il primo è dato dalle vaccinazioni del personale scolastico: il fatto che manchino all’appello ancora poco più di 200.000 lavoratori della scuola, con variazioni in percentuale anche sensibili tra le regioni, limita la capacità di arginare la diffusione del COVID-19 e le conseguenze più severe del contagio e, di conseguenza, la possibilità di avere a disposizione elementi di sicurezza più robusti negli ambienti scolastici.  

Il secondo aspetto è costituito dalla percentuale di alunni over dodici vaccinati, ancora esigua. Non sappiamo, inoltre, quanti di loro, da qui a settembre, saranno vaccinati e ciò complica inevitabilmente l’operatività delle scuole.   

Infine, sembra che il virus possa diffondersi con nuove varianti sulle quali non possediamo dati certi, primo fra tutti quello relativo alla capacità dei vaccini attualmente somministrati di contrastarle efficacemente. 

A fronte di tali elementi riteniamo improcrastinabile la convocazione del Tavolo ministeriale sul protocollo di sicurezza da adottare nelle scuole per il rientro a settembre.  

Sarebbe in particolare importantissimo che il Ministero confermasse la disponibilità per il prossimo anno scolastico del cosiddetto organico Covid e soprattutto la sua consistenza. Si tratta di risorse decisive per poter adottare le misure organizzative necessarie.  

È tempo di certezze, come abbiamo più volte affermato.

L’ANP chiede che ai dirigenti scolastici siano fornite al più presto indicazioni chiare sulla gestione della ripartenza e soprattutto che, facendo tesoro dell’esperienza degli ultimi due anni scolastici, si trovino per tempo le soluzioni per superare le ben note criticità che hanno costretto tanti, troppi studenti a stare lontano dalle aule. 

Dato che la volontà del Ministero è quella di lavorare per la scuola in presenza “senza se e senza ma”, è necessario che, coerentemente con tale affermazione, si vedano azioni concrete.   

Non è accettabile prefigurare un ulteriore anno scolastico con classi dimezzate e attività didattiche in duplice modalità, specie se a determinare tale scenario saranno i problemi dei trasporti – ai quali evidentemente non si è capaci di dare soluzione – più che le misure di prevenzione del contagio.  

L’emergenza non può diventare ordinarietà sulla pelle dei nostri studenti e dei lavoratori della scuola.