Dopo tre riunioni e circa dieci ore di confronto serrato, nessun accordo sul Protocollo per la riapertura in sicurezza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia, la cui formulazione chiara, anche riguardo il riferimento ai tamponi al personale, era invece condivisa da CIDA

Il 30 agosto scorso CIDA, insieme a FP-CIDA e ad ANP, ha partecipato all’avvio dei lavori del tavolo tecnico convocato al Ministero dell’Istruzione per l’aggiornamento del Protocollo d’intesa per garantire la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia, nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione del covid-19.

Oltre alle OO.SS. erano presenti rappresentanti del Ministero del Lavoro, del Ministero della Salute, del Ministero della Famiglia, di ANCI, di INAIL, del Forum Terzo Settore, delle Cooperative.

La riunione, aggiornata al 1 settembre, è proseguita in due ulteriori sessioni mattina e pomeriggio per l’intera giornata senza produrre l’esito sperato.

La delegazione Confederale, nell’imminenza dell’avvio dell’anno scolastico, ha convenuto (in accordo con FP-CIDA e ANP) che il documento sottoscritto lo scorso anno, per l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021, conserva in larga parte la sua validità ed è dunque un’ottima base di partenza per la sottoscrizione di un nuovo analogo Protocollo. Ha, tuttavia segnalato la necessità di aggiornare la parte introduttiva con i riferimenti normativi recenti e con le ultime disposizioni e pronunciamenti del Comitato Tecnico Scientifico e dell’Istituto Superiore di Sanità.

In particolare, con riguardo  al necessario richiamo al rinnovato “Protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di Covid-19” dello scorso 14 agosto 2020, CIDA ha ricordato all’ Amministrazione il fatto che ANP, l’Associazione Nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, invitata alla sottoscrizione dello stesso aveva ritenuto di non poter apporre la firma a causa della mancanza di chiarezza del passaggio nel quale si fa riferimento all’effettuazione di tamponi al personale scolastico.

ANP – con la piena condivisione di tale posizione da parte di CIDA – in quella occasione si era dichiarata contraria alla possibilità che siano le scuole a farsi carico del costo dei tamponi e aveva denunciato che il testo del Protocollo non esplicitava in modo sufficientemente chiaro quali fossero i dipendenti non vaccinati che avrebbero avuto diritto al rimborso del tampone.

CIDA, unitamente a FP-CIDA, concordando con la posizione assunta da ANP – di non voler favorire alcuna logica di “sostituzione” della vaccinazione con il tampone e volendo affermare la necessità di promuovere in ogni modo la vaccinazione come strumento unico e prioritario di tutela della salute collettiva – nelle riunioni dei giorni scorsi si è augurata che il Protocollo del 14 agosto fosse modificato in tale senso, così che il suo richiamo nel documento in preparazione non potesse costituire una pregiudiziale alla firma anche di questo.

Analoga maggiore chiarezza sul tema, in sostanza, è stata richiesta da CIDA insieme a FP-CIDA e ANP all’interno del Protocollo per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia.

CIDA ha sostenuto, altresì, che sarebbe necessario ed opportuno, con adeguata previsione normativa da recepire poi nel Protocollo, che tutte le figure professionali che a qualunque titolo vengano in contatto con l’ambiente scolastico debbano essere vaccinate. A garanzia della salute dei bambini, inoltre, in assenza della possibilità di sostituire il personale privo di Green Pass fin dal primo giorno e in attesa di una modifica di questa norma, sarebbe auspicabile una gestione più flessibile delle cosiddette “bolle” mediante le quali si mantengono stabili e limitati i contatti.

Altra questione di rilievo sottoposta all’Amministrazione, alla luce dell’esperienza dello scorso anno, è quella delle difficoltà del tracciamento dei contagi al verificarsi di casi a scuola. In molti territori la necessaria relazione tra istituzioni scolastiche e presìdi sanitari è entrata in difficoltà quando non del tutto paralizzata, perché non sempre sono stati in grado di reggere l’urto derivante dalla frequente richiesta di tracciamento dei contatti.

CIDA ha inoltre chiesto che fosse adeguatamente aggiornata, nel Protocollo, la parte relativa al trattamento dei casi sospetti e accertati. In tale sezione, non limitandosi a definire le azioni da porre in essere per l’isolamento presso le istituzioni educative e scuole dell’infanzia dei casi sospetti, andrebbero precisate anche le modalità, fasi e responsabilità della successiva relazione delle istituzioni educative e scuole dell’infanzia con i presidi sanitari e con le famiglie, per un corretto tracciamento, e per il trattamento e/o eventuale isolamento del personale e delle classi coinvolte e per la successiva riammissione. È parere della Confederazione, infatti, che il Protocollo di sicurezza debba contenere una serie di misure univoche e da applicare senza difficoltà, a garanzia dei bambini e degli adulti che lavorano nella scuola anche riguardo all’assunzione delle rispettive responsabilità. In sostanza, si ritiene necessario che il Protocollo integri precise indicazioni del CTS circa le azioni concrete da compiere e tutte le eventuali eccezioni per i soggetti che non possono essere vaccinati.

Comunque, nonostante il lungo lavoro di confronto e mediazione, in esito al quale l’Amministrazione ha recepito le nostre istanze (e dunque CIDA e ANP erano pronte e favorevoli alla firma), l’accordo è saltato per l’indisponibilità alla firma delle altre Confederazioni che hanno posto la pregiudiziale sulla presenza nel testo del riferimento alla nota n.900 del 18 agosto scorso con la quale il Ministero dell’Istruzione ha con chiarezza espresso posizione – concorde alla nostra – circa l’esclusione del rimborso dei tamponi al personale non vaccinato per scelta.

La vicenda dimostra senza ambiguità la limpidezza della posizione di ANP fin dall’inizio, quando – cogliendo la mancanza di precisione su tale punto nel Protocollo del 14 agosto 2021 e in mancanza di accoglimento della richiesta di esplicitazione – si era rifiutata di firmare.

In questo caso, al contrario, di fronte ad un testo che con chiarezza esclude la possibilità del rimborso dei costi dei tamponi al personale che non intende vaccinarsi, a tirarsi indietro sono stati gli altri.

CIDA, FP-CIDA e ANP ribadiscono con tale posizione, in modo chiaro ancora una volta, l’impegno a promuovere la campagna vaccinale presso tutti i lavoratori, unico strumento di difesa della salute collettiva e di salvaguardia del sistema educativo e produttivo.