Il ruolo del dirigente scolastico è caratterizzato da un impegno che eccede sistematicamente le ore antimeridiane. Tra riunioni di staff e degli organi collegiali, interlocuzioni con gli stakeholder, attività di gestione amministrativa e di presidio organizzativo e presenza in più plessi, spesso su diversi comuni, la quotidianità professionale non ha orario. I dirigenti scolastici, inoltre, sono spesso chiamati a presidiare la scuola anche in orari oltre quelli ordinari di suo funzionamento per partecipare a eventi istituzionali od organizzare attività di apertura al territorio.  

Un impegno “omnicomprensivo” anche sul piano orario, dunque, che richiede necessariamente la consumazione di un pasto presso o nelle vicinanze della sede di servizio. 

Per tale ragione e a fronte del significativo ampliamento di responsabilità connesse al ruolo, l’ANP ritiene necessario che sia riconosciuto ai dirigenti scolastici un trattamento accessorio coerente che includa i buoni pasto, come già avviene per le altre categorie di dirigenti e dipendenti pubblici che usufruiscono regolarmente di tale misura di welfare. 

Non trova alcuna giustificazione – né logica né giuridica – che i colleghi, su cui gravano responsabilità crescenti, un carico di lavoro imponente e ritmi quotidiani elevatissimi, siano esclusi da un beneficio riconosciuto alla generalità dei dipendenti delle Amministrazioni Centrali e di numerosi comparti del pubblico impiego. Non solo: la mancanza di una previsione in tal senso allo stato attuale concorre anche ad ampliare la disparità economica tra i dirigenti scolastici e i loro omologhi della medesima area e di altre pubbliche amministrazioni. 

Come ANP, reiteriamo con forza la nostra richiesta di garantire, con la legge di bilancio 2026, la fornitura di buoni pasto per i dirigenti e per il restante personale della scuola. 

Si tratta anche di una questione di equità rispetto agli altri lavoratori pubblici.