L’ANP condanna con fermezza la vile aggressione subita il 9 dicembre 2025 da una dirigente scolastica calabrese per mano della madre di uno studente. Si tratta di un gravissimo episodio di violenza nei confronti di chi ha dedicato la propria vita al futuro dei nostri ragazzi. 

La gravità risulta ancora maggiore se si considera la serietà delle misure deterrenti introdotte da due recenti leggi, la n. 25/2024 e la n. 150/2024, per contrastare questi ignobili crimini. Ad oggi, gli autori di violenza o minaccia in danno del personale scolastico sono responsabili di delitti aggravati e, inoltre, sono sanzionati anche per via amministrativa, a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza delle vittime.  

Tali severe misure punitive, pur rappresentando un importante segnale di attenzione istituzionale verso la sicurezza di dirigenti, docenti e personale ATA, non sono state purtroppo sufficienti a impedire questa nuova aggressione. Ribadiamo dunque la nostra richiesta di introdurre l’arresto cautelare in flagranza di reato per chi aggredisce il personale scolastico, analogamente a quanto già previsto a tutela del personale sanitario. Presso la Camera dei Deputati è in discussione da qualche mese il relativo disegno di legge: ci appelliamo al Ministro Valditara affinché ne sia accelerato l’iter di approvazione. 

L’ANP, nel dichiarare la propria totale vicinanza alla collega vittima di questo ennesimo atto di violenza, rende noto che intende costituirsi parte civile al suo fianco nel procedimento penale da avviare immediatamente nei confronti dell’aggressore per far sì che la giustizia sia celere ed esemplare. Ciò non incide in alcun modo sulla nostra consapevolezza della necessità di un profondo cambiamento culturale sociale in quanto nessuna legge, nemmeno la più severa, è sufficiente a proteggere, da sola, chi ha scelto di lavorare tra i propri simili per costruire il loro futuro. 

Continueremo a batterci senza esitazioni in difesa dei colleghi e della sacralità della scuola quale presidio di legalità, rispetto e civiltà.