E’ stato presentato oggi, presso il MIUR, il rapporto sulle rilevazioni nazionali 2108 effettuate dall’INVALSI. Il lavoro effettuato si contraddistingue per la qualità e per l’accuratezza dei risultati raggiunti, ma i risultati restituiscono un’Italia divisa in due.
Già a partire dal secondo anno della scuola primaria, al sud la scuola fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti. Nelle scuole medie il divario aumenta tanto che in Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna oltre il 50%, con punte fino al 65%, della popolazione scolastica è al di sotto degli standard nazionali.
L’ANP (associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola) aveva già denunciato, il 19 giugno, la scarsa mobilità sociale che affligge la nostra scuola, come evidenziato dal recente rapporto OCSE. A parere dell’ANP, la disponibilità dei risultati di due ricerche indipendenti e autorevoli nel giro di poche settimane è più che sufficiente per avere consapevolezza della urgente necessità del cambiamento.
Sorge la necessità di decidere cosa fare per modificare ciò che, obiettivamente, non è accettabile: tra le varie aree geografiche del territorio nazionale sussistono disparità che il rapporto mette in evidenza con estrema lucidità e chiarezza. Dobbiamo intervenire, al più presto, con misure correttive idonee a incidere sulla qualità degli apprendimenti.
L’ANP è in prima linea nel reclamare qualità e giustizia sociale nel sistema educativo italiano, ritenendo che la scuola sia la sede deputata per sviluppare i principi di eguaglianza, pari dignità e piena partecipazione sanciti dall’articolo 3 della Costituzione italiana.
Si deve compiere una riflessione politico-culturale coraggiosa e avviare efficaci azioni di compensazione del disagio socio-economico. “È indispensabile agire presto e con determinazione per elevare la qualità del sistema di istruzione ed il suo livello di equità, valorizzando docenti e dirigenti e rendendo più attraenti queste professioni” aggiunge Antonello Giannelli, presidente di ANP.
Attendiamo quindi una decisa presa di posizione del Ministro Bussetti: le professionalità di dirigenti e docenti devono essere adeguatamente valorizzate per creare le condizioni del miglioramento, mettendo finalmente al centro dell’attenzione gli alunni e gli studenti. Ne siamo debitori verso le future generazioni.