Si è tenuto oggi il previsto incontro al MIUR sulle principali questioni riguardanti i concorsi per dirigenti delle scuole e le procedure di conferma degli incarichi di presidenza per il prossimo anno scolastico.

Il Direttore generale del personale, Giuseppe Cosentino, ha comunicato di aver attivato le procedure finalizzate all’emanazione – entro il prossimo mese di marzo – del bando di concorso riservato previsto dapprima dalla Legge n. 43/2005 e successivamente ribadito dall’art. 3-bis della Legge n. 168/2005, attraverso la formalizzazione di una richiesta di autorizzazione rivolta al Ministero dell’Economia e delle Finanze ed al Dipartimento della Funzione Pubblica. L’Amministrazione ha altresì comunicato di voler effettuare il futuro concorso riservato come ultrattività del precedente, con le stesse modalità, anche allo scopo di abbreviare i tempi del percorso che condurrà all’effettiva emanazione del relativo bando.

L’Anp ha apprezzato l’iniziativa, dandone atto all’Amministrazione nel corso della riunione; essa risponde ad una delle esigenze dall’Anp stessa manifestate nel corso del precedente incontro del 24 novembre 2005 (si veda il relativo resoconto), quella, cioè, di accelerare il più possibile i tempi delle procedure concorsuali. Si rimane ora in attesa del dato definitivo relativo al numero dei posti vacanti all’inizio dell’a.s. 2006/2007, alla luce delle comunicazioni attese dai singoli USR. Va ricordato – a questo proposito – che una parte di tali posti (79 su tutto il territorio nazionale) sono riservati, dalla stessa disposizione normativa sopra citata, a coloro che sono risultati inclusi nelle graduatorie del precedente concorso riservato e che – pur avendo prestato servizio di incarico di presidenza per almeno un anno – non avevano potuto beneficiare dell’immissione in ruolo ai sensi dell’art. 1-octies della Legge n. 43/2005.

In merito al problema del computo del numero di posti che potranno essere effettivamente messi a bando, va inoltre considerata la possibilità che venga approvato o meno l’emendamento 1.0.5. al testo del Decreto Legge n. 250/2005, attualmente in corso di conversione in legge presso il Parlamento. Tale emendamento, che è stato introdotto dalla VII Commissione del Senato, se sarà approvato dall’aula del Senato stesso e dalla Camera dei Deputati nella successiva lettura del provvedimento, imposterà i termini della questione in maniera diversa, più rispondente all’esigenza – sempre da noi manifestata – del ripristino di una corretta programmazione del reclutamento nel settore della dirigenza delle scuole, dopo anni di stratificazione di provvedimenti estemporanei e non coordinati fra loro. Dalla lettura dell’emendamento si evince infatti che i posti vacanti sarebbero computati sul triennio che inizia a partire dall’anno scolastico 2006/2007, e che al concorso riservato (secondo e ultimo) spetterebbe il 50% di tali posti. L’altro 50% potrebbe quindi essere coperto da un secondo concorso ordinario. Ciò permetterà di prevedere un numero di posti per il riservato sicuramente maggiore di quello ipotizzabile con l’attuale normativa.

Va da sé che dopo tali modifiche normative il reclutamento dei dirigenti si avvierebbe finalmente verso un fisiologico turn over, assicurato da periodici (triennali) concorsi ordinari. Si otterrebbe, infine, anche il positivo risultato che le reggenze da conferire a seguito del blocco degli incarichi di presidenza, dopo un inevitabile aumento di numero nel corso del prossimo anno scolastico, tenderebbero a ridursi a fenomeno residuale.

In merito ai futuri concorsi ordinari, raccogliendo anche nostre precedenti e puntuali sollecitazioni, l’Amministrazione ha preannunciato la sua volontà di costituire con le organizzazioni sindacali un gruppo di lavoro informale che riesamini tutta la materia, al fine di avanzare proposte e suggerimenti per una sostanziale revisione e razionalizzazione delle norme attualmente in vigore. In particolare:

  1. la completa delegificazione della materia;

  2. l’abolizione della divisione in settori formativi;

  3. l’accesso al corso di formazione attraverso la valutazione di apposite prove di merito e dei titoli professionali e culturali;

  4. il riconoscimento di un significativo punteggio per i candidati che hanno ricoperto incarico di presidenza.

E’ stato quindi affrontato (rimandandone però la definizione ad un successivo incontro di approfondimento) il problema della procedura da seguire per la conferma degli incarichi di presidenza per il prossimo anno scolastico. Alla luce del mutamento normativo introdotto dalle disposizioni sopra richiamate, il MIUR è orientato a emanare una direttiva e non più, quindi, un’O.M. incarichi. Fermo restando che la legge prevede “che a decorrere dall’a.s. 2006/2007 non sono più conferiti nuovi incarichi di presidenza, fatta salva la conferma degli incarichi già conferiti”, abbiamo esposto quelle che secondo noi dovrebbero essere le linee guida di tale direttiva:

  1. garantire la conferma a tutti gli attuali incaricati; laddove ciò non dovesse essere possibile (p.es. per effetto della mobilità dei dirigenti “di ruolo”), potrebbero essere attivati meccanismi di compensazione interprovinciali e/o fra settori formativi diversi;

  2. possibilità di modificare, a domanda, la sede di attuale servizio, nell’ambito di quelle che saranno vacanti e disponibili;

  3. il conferimento di incarico, avvalendosi dei meccanismi di cui al punto 1, anche a coloro che non l’hanno avuto nel 2005/2006, avendolo però svolto negli anni precedenti.

Infine l’Amministrazione si è impegnata a risolvere definitivamente l’annosa e controversa questione dell’assunzione dei candidati in possesso del diploma d’istituto d’arte risultati in posizione utile (vincitori) nel corso-concorso riservato ai “triennalisti”. Questo anche a seguito della sentenza del Consiglio di Stato del 19/12/2005 che ha evidenziato la non necessità del requisito della laurea per coloro che sono in possesso del diploma di maestro d’arte e che abbiano effettivamente svolto almeno un triennio di incarico di presidenza; di fatto il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza in primo grado n. 86/2005 del Tar della Calabria, sezione di Reggio Calabria, che si era espresso negativamente sulla questione.