Grande partecipazione di dirigenti e alte professionalità della pubblica amministrazione alla manifestazione di protesta sulla manovra finanziaria che si è svolta ieri a Roma, organizzata da FPCIDA e CONFEDIR PA, insieme con le associazioni dei dirigenti degli enti locali, dei prefetti, dei diplomatici e dei professori universitari.

Il Presidente della FPCIDA, Giorgio Rembado, ha aperto la manifestazione (si veda la relazione introduttiva allegata) dicendo forte e chiaro che i dirigenti e le alte professionalità non si oppognono – in linea di principio – ad una manovra volta al riequilibrio dei conti pubblici in funzione dello sviluppo. Si oppongono a questa manovra, che parte da un pregiudizio di inefficienza e inutilità delle pubbliche amministrazioni e delle autonomie locali per individuare come capri espiatori degli sprechi e dei disavanzi proprio coloro che, come i dirigenti e le professionalità più elevate, costituiscono invece un’opportunità per lo sviluppo del Paese, una risorsa al servizio della Repubblica.

“Siamo pronti, come sempre, a fare la nostra parte e quindi anche a studiare, se richiesti, possibili razionalizzazioni” – ha affermato Rembado nella sua relazione – “a patto che la qualità dei servizi possa migliorare e non essere distrutta. Possiamo anche essere persuasi dell’opportunità del dimagrimento di singoli apparati, purché questo non si traduca nella loro amputazione.”

Purtroppo, la metodologia seguita dal Governo è la solita: trovare la strada più facile per fare cassa, tagliando su vari settori in modo non selettivo, con parametri di pura uniformità che non tengono conto della specificità dei settori destinatari delle razionalizzazioni di spesa. “La scuola ed il suo personale rappresentano un caso emblematico” – prosegue Rembado – “Poco importa che fosse già stato messo a dura prova dalla precedente manovra, con la quale il settore scolastico aveva pagato da solo la metà dei risparmi di tutti i comparti del pubblico impiego messi assieme. Docenti e restante personale del comparto scuola vengono colpiti tre volte. A loro si applica, come per l’altra parte del pubblico impiego, il blocco triennale dei contratti e per buon peso a ciò si aggiunge il blocco delle progressioni stipendiali per anzianità, a loro riconosciute dai contratti a titolo risarcitorio per l’assenza di uno sviluppo di carriera, e lo scippo del reinvestimento del 30% dei risparmi di spesa ottenuti con la legge 133 del 2008.”

Hanno preso poi la parola Stefano Biasioli per CONFEDIR e, via via, i segretari delle associazioni organizzatrici i quali hanno ribadito il giudizio fortemente negativo sulla qualità e l’improvvisazione della manovra, sul fatto che non si sia cercato – da parte del Governo – alcun coinvolgimento preliminare con le parti sociali, sulla mancanza di selettività, di interventi veramente strutturali e di misure per lo sviluppo.

La manifestazione si è conclusa, dopo un ampio dibattito con i partecipanti, con l’annuncio della volontà di FPCIDA e CONFEDIR di procedere a passi rapidi sulla strada della costituzione di un nuovo grande soggetto confederale di rappresentanza dei dirigenti e delle alte professionalità del pubblico impiego, che si ponga come interlocutore ineludibile sulle politiche generali e di settore, a garanzia dell’autonomia dei dirigenti e dei funzionari e controbilanciando lo strapotere della politica.

FPCIDA e CONFEDIR hanno altresì ribadito che la manifestazione di ieri abbia costituito solo primo importante passo sulla strada della mobilitazione di contrasto ai contenuti iniqui della manovra, contrasto che proseguirà con l’azione di pressione sulle parti politiche chiamate alla discussione in Parlamento e con altre forme di mobilitazione a cui verranno chiamate a partecipare, con forza crescente, le categorie rappresentate.

Si veda anche il comunicato stampa diramato al termine della manifestazione.