Si è svolto ieri a Roma il convegno organizzato dalla F.P. CIDA e dall’ANAAO. L’iniziativa si proponeva di esaminare le eventuali ricadute della legge costituzionale «Modifiche alla parte II della Costituzione» pubblicata sulla G.U. n. 269 del 18 novembre 2005 su Scuola, Sanità e Sicurezza.

È il giuramento di fedeltà ai valori di imparzialità ed efficienza della Pubblica Amministrazione che ci spinge a prendere posizione su una legge di riforma della Costituzione che nasce da accordi contingenti tra le forze politiche della sola maggioranza e rischia di provocare una crisi irreversibile dell’ordinamento repubblicano

È fermissima la posizione sulla cosiddetta “Devolution” di Antonio Zucaro, Presidente della Federazione FP- CIDA che, insieme all’ANAAO, sindacato dei medici pubblici, ha riunito in un Convegno i dirigenti, quadri e professionisti delle Pubbliche Amministrazioni.

È evidente – sostiene Zucaro – che venti diversi sistemi sanitari, venti diversi sistemi scolastici, venti diverse polizie regionali, sia pur “amministrative”, dilateranno la spesa pubblica e frammenteranno, diversificandoli, diritti fondamentali di cittadinanza come la salute, l’istruzione e la sicurezza.

Secondo il Presidente della CIDA, Giorgio Rembado, “si pretende di costruire una legge basata sul principio di sussidiarietà, ma si scorda che solo dalla combinazione con il principio di adeguatezza, cioè della ricerca del livello ottimale cui devolvere competenze, si garantisce il corretto esercizio di funzioni fondamentali, quali quella dell’istruzione.

Un invito a votare per l’abrogazione di “una pessima legge che dissolve il Sistema Sanitario Nazionale” viene anche dai dirigenti dell’ area medica per voce del Segretario dell’ANAAO, Serafino Zucchelli.

A condividere il forte allarmismo dei dirigenti sul progetto di riforma della Costituzione, numerosi esponenti politici. Secondo il Vice Presidente del Senato, Domenico Fisichella, “questa riforma nega il principio di statualità che costituisce il fondamento della storia del liberalismo italiano, per questo motivo ho abbandonato la parte politica che l’ha imposta al Paese“.

In un momento in cui – dice l’On. Minnitila sicurezza diviene, sempre di più, una partita da giocare a livello internazionale è una follia frazionare questa competenza a livello regionale“.

A concludere il Convegno, il Sen. Zanda, che si impegna a stabilire nuove regole per il futuro. “Se dovesse vincere le elezioni – sostiene Zanda – il centro-sinistra si impegnerà non solo a modificare il 138 per rendere indisponibile alla sola maggioranza qualsiasi modifica alla Costituzione, ma anche per affermare il principio che gli interventi sul testo costituzionale devono essere precisi, puntuali e circoscritti“.

In allegato pubblichiamo l’intervento del presidente della CIDA, Giorgio Rembado