Si è svolto ieri pomeriggio al Ministero dell’Istruzione l’annunciato incontro fra la delegazione dell’Anp ed il Viceministro Mariangela Bastico. L’incontro fa seguito alla lettera inviata dall’Anp ai Ministri dell’Istruzione, dell’Economia e della Funzione Pubblica sul reclutamento dei dirigenti delle scuole, a cominciare dall’attuazione del concorso riservato ai presidi incaricati, previsto dalla legge n. 43/2005.

Il Viceministro ha concordato sulla necessità, da noi sostenuta, di procedere ad una rapida emanazione del bando, evitando di rincorrere interventi legislativi modificativi che lo allontanerebbero in un futuro imprecisato; ciò per dare risposta sia alle esigenze di copertura dei posti dirigenziali nelle scuole, sia alle legittime aspettative degli interessati. A tal fine ci ha comunicato che gli organismi tecnici del Ministero dell’Economia hanno dato “via libera” al riservato: si attende soltanto – a breve – la predisposizione del decreto con il quale il Consiglio dei Ministri autorizzerà l’assunzione nel limite del numero di posti che saranno messi a concorso. Ricordiamo che la legge prevede che tali posti siano quelli vacanti e disponibili al 1° settembre 2006; a questo riguardo, tenuto conto del fatto che il cosiddetto “decreto-legge Bersani” ha soppresso la possibilità della permanenza in servizio fino ai 70 anni di età, nella stessa misura vi sarà un aumento del numero di posti rispetto a quelli ad oggi liberi. La delegazione dell’Anp ha espresso al Viceministro la sua soddisfazione per le comunicazioni ricevute. In merito alla tempistica delle operazioni concorsuali, dato il periodo estivo incombente, è stata ipotizzata la possibilità di prevedere un periodo di tempo più lungo (p. es. 45 giorni invece che 30) per la presentazione delle domande.

Per quanto riguarda il reclutamento ordinario dei dirigenti, altra questione da noi sollevata nel richiedere l’incontro, vi è stata convergenza con il Viceministro Bastico sulle modifiche che è necessario apportare alla normativa attualmente in vigore. Le nostre posizioni sulla questione sono note da tempo:

  • semplificazione delle procedure di reclutamento e conseguente riduzione della loro durata complessiva;
  • delegificazione delle procedure, che lasci alla legge la normazione sui principi generali e sull’architettura del reclutamento e che disciplini tutte le restanti materie tramite atti amministrativi;
  • eliminazione di ogni distinzione fra settori formativi diversi, nel rispetto della unicità della funzione dirigenziale;
  • stretta correlazione fra la disciplina del reclutamento dei dirigenti delle scuole e quella della restante dirigenza statale;
  • indizione obbligatoria dei concorsi, con periodicità biennale;
  • totale copertura dei posti vacanti per la durata del biennio successivo all’indizione del concorso.

Il Viceministro ha confermato la volontà politica dell’Ammministrazione di procedere rapidamente in tal senso, per poter finalmente giungere ad un efficace e rinnovato reclutamento dei dirigenti e indire, dopo la modifica alla normativa vigente, un secondo concorso ordinario. Si chiuderà così una lunga stagione di colpevoli ritardi e incertezze, contrassegnata da gravi disagi nella gestione di gran parte delle scuole italiane.

E’ stato affrontato, inoltre, anche il problema sollevato dalla presenza, nel “decreto Bersani” (art. 25), di norme circa non meglio specificate riduzioni di spese per complessivi 39 milioni di euro da porre a carico del sistema di istruzione, sia per quanto riguarda i centri di spesa costituti dagli Uffici Scolastici Regionali, sia – cosa molto preoccupante – dalle singole scuole. Se le riduzioni prospettate fossero applicate senza alcuna modifica o riduzione al finanziamento per il funzionamento generale delle istituzioni scolastiche, la loro capacità di spesa sarebbe ridotta in media di oltre il 20% rispetto a quella attuale. Ricordiamo che nell’ultimo quinquennio vi sono state riduzioni progressive dei fondi per le spese di funzionamento che hanno portato, a partire da un valore convenzionale pari a 100 del 2001, al valore medio pari a 30 del 2006: a ragione abbiamo definito – a suo tempo – questo fenomeno come “eutanasia delle scuole”. L’applicazione del decreto così com’è darebbe un’ulteriore (mortale) colpo ai bilanci, vanificando ancora di più la già gracile autonomia delle scuole. Il Viceministro ha promesso di portare all’attenzione del Ministro e del Parlamento la questione da noi sollevata.

Il Viceministro, infine, ha espresso la volontà di trovare una soluzione ai problemi posti dall’attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 190/2005, in particolare per quanto riguarda la conferma degli incarichi di presidenza per l’a.s. 2006/2007.