Scenderemo in piazza il prossimo 25 maggio, a Roma, per far sentire le nostre ragioni. E sono già tantissime le adesioni tra i dirigenti scolastici di tutta Italia. Chiamiamo infatti a raccolta l’intera categoria, perché questo è il momento di farci sentire: saremo in Piazza San Cosimato accanto al MIUR e contemporaneamente a Montecitorio. Con tutta la nostra rabbia.

Perché è esplosa #larabbiadeipresidi? Perché non vogliamo che la compostezza della categoria venga erroneamente scambiata per passività e che la riserva di pazienza, a cui finora abbiamo attinto, sia considerata inesauribile. Non è così: stavolta la misura è colma e ANP sente il dovere di farsi interprete di questo profondo malessere.

ANP chiede pertanto al Governo di tutelare l’interesse generale della scuola, i diritti degli studenti e delle famiglie e il ruolo dei dirigenti scolastici che ne sono i garanti.

Portiamo quindi avanti le nostre rivendicazioni, a difesa di una scuola moderna che possa davvero guardare al futuro: i Presidi infatti hanno subito una grave lesione delle loro prerogative professionali a seguito della politica governativa, con particolare riferimento all’intesa del 30 novembre 2016 che ha restituito ai sindacati il controllo sulla gestione del personale ed ha subordinato la legge agli accordi contrattuali. Viviamo, inoltre, una inaccettabile sperequazione retributiva con i colleghi, di pari livello, in servizio presso le altre amministrazioni pubbliche. Come se non bastasse abbiamo una enorme e sempre crescente mole di adempimenti connessi all’esercizio della funzione, spesso aggravata da una scarsa connessione con gli obiettivi triennali assegnati a ciascun dirigente.

Servono soluzioni efficaci non solo sul piano legislativo ma anche su quello contrattuale. Nell’attesa che questo si verifichi ANP ha proclamato lo stato di agitazione della categoria e chiama tutti i dirigenti scolastici a difendere i loro diritti e la dignità del loro lavoro.

Come? Con la manifestazione nazionale ma anche attraverso varie forme di protesta:

  • l’indisponibilità ad ottemperare a tutte le incombenze relative alla procedura valutativa a partire dalla compilazione del portfolio, fino a quando non saranno dati ai dirigenti strumenti e poteri coerenti con la qualifica dirigenziale;
  • l’indisponibilità a gestire la procedura della chiamata diretta in tempi troppo ristretti e coincidenti col periodo estivo, anche in risposta alle azioni successive dell’Amministrazione che hanno contraddetto l’istituto stesso della chiamata;
  • la motivata indisponibilità ad assumere le reggenze;
  • la motivata rinuncia preventiva o dimissioni da incarichi non obbligatori affidati dall’Amministrazione scolastica
  • la motivata indisponibilità a sostituire nel primo grado di giudizio l’Avvocatura dello Stato;
  • l’indisponibilità a rispondere a richieste di dati già in possesso dell’Amministrazione, ponendo un freno ai monitoraggi e rilevazioni inutili.

 

Basta dare senza ricevere

Tutti uniti, andiamo nella stessa direzione. A Roma, il 25 maggio!

 

#larabbiadeipresidi