Abbiamo di recente appreso che il disegno di legge n. 1097/2019, la cui prima firmataria è la senatrice Granato, è stato assegnato alla Commissione VII del Senato per l’iter previsto.

L’intervento, che modificherebbe l’art. 25 del D. lgs. 165/2001, prevede l’istituzione di un reclamo al Direttore generale dell’USR “avverso gli atti di gestione del rapporto di lavoro e i provvedimenti disciplinari di competenza dei dirigenti scolastici”. In sostanza, sarebbe istituita una procedura amministrativa di reclamo con cui i docenti e gli ATA potrebbero opporsi ad eventuali provvedimenti di natura gestionale adottati dal dirigente scolastico. Il reclamo andrebbe presentato al direttore dell’ufficio scolastico regionale al dichiarato fine di “offrire, nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica (!), una tutela deflattiva del contenzioso che possa configurarsi quale rimedio alternativo al ricorso agli organi giurisdizionali per il personale docente e amministrativo. Il direttore dovrebbe a sua volta decidere uniformandosi al parere di una commissione composta da tre dirigenti tecnici e la sua eventuale decisione di accoglimento annullerebbe e sostituirebbe l’atto impugnato dal dipendente.

Esprimeremo il nostro parere di assoluta contrarietà in sede di audizione presso la Commissione, ma non possiamo comunque astenerci dal formulare alcune prime riflessioni.

Nutriamo molti dubbi, prima di tutto, sulla reale capacità deflattiva del provvedimento che sembra congegnato, piuttosto, proprio per esasperare la conflittualità all’interno delle scuole, creando confusione tra ruoli e competenze.

Sorprendente e irrealistica è poi l’idea di insediare presso ciascun USR una commissione “composta da tre dirigenti ministeriali della funzione tecnico-ispettiva”. Chi ha redatto il disegno di legge non conosce, evidentemente, la consistenza organica del personale ispettivo.

Ma vogliamo soprattutto sottolineare l’intrinseca bizzarria dell’introduzione di una procedura amministrativa (il reclamo) in opposizione ad atti gestionali di natura privatistica: un unicum nel nostro ordinamento! La proposta attribuirebbe di fatto al direttore dell’USR la competenza ad assegnare docenti alle classi e a predisporre l’orario delle lezioni annullando, con poteri amministrativi, i provvedimenti di diritto privato adottati dai dirigenti delle scuole. Su chi ricadrebbero le conseguenti responsabilità?

Se il vero obiettivo di tali iniziative è delineare la figura di un dirigente della scuola dimidiato, suggeriamo allora di abrogare tutto l’articolo 25, eliminando contemporaneamente tutte le norme in materia di autonomia scolastica! I colleghi sanno benissimo, a differenza degli estensori della singolare proposta, che quell’articolo delinea un profilo professionale dirigenziale indissolubilmente legato all’autonomia scolastica: non è possibile modificare l’uno senza intervenire anche sull’altra. L’ipotizzata modifica dell’articolo 25 rappresenterebbe un clamoroso e inaccettabile passo indietro sulla strada della piena attuazione dell’autonomia scolastica.

Ci opporremo, ovviamente, su tutta la linea.