Novembre, mese delle castagne e delle occupazioni. Quando i viali delle città cominciano a coprirsi dei colori autunnali delle foglie cadute, torna di attualità uno dei riti più antichi della nostra scuola: le proteste degli studenti, con relative autogestioni ed occupazioni.

Sono almeno trent’anni che succede, con varia intensità e qualche volta anche con danni importanti agli edifici ed alle attrezzature didattiche. Per fortuna, di solito, non accade di peggio. Ma, anche a prescindere dai danneggiamenti volontari, un danno sociale (cui di solito non si pensa abbastanza) si associa al mancato funzionamento delle scuole.

Ogni giorno di fermo didattico di una classe secondaria superiore costa intorno a mille euro: la cifra necessaria per il suo funzionamento ordinario, che continua ad essere spesa senza il corrispettivo didattico atteso. Una scuola occupata costa oltre trentamila euro al giorno, solo per il mancato utilizzo delle risorse che il contribuente versa per tenerla aperta, in stipendi ed altro.

La domanda, che ritorna ogni anno, è: non c’è proprio modo di evitarlo? Inutile pensare in termini di reati, denunce e sanzioni: da tempo ormai è chiaro che si tratta di comportamenti che i giudici hanno smesso di considerare come penalmente rilevanti. Questo non significa che non si possa fare nulla.

Per discuterne, confrontarsi ed avanzare proposte, Anp ha promosso – insieme al Gruppo di Firenze – un affollato convegno, che si è tenuto lo scorso 22 ottobre presso un liceo romano. Sono state formulate riflessioni ed avanzati suggerimenti per la prevenzione ed il contenimento del fenomeno. Alcuni spunti sono di natura operativa e potrebbero essere utilmente adottati dai dirigenti interessati.

I materiali sono stati raccolti e sono disponibili nell’area del sito Anp riservata ai soci. Cliccate qui per accedervi.