E’ partita ieri 13 ottobre la trattativa a livello confederale per la definizione delle aree e dei comparti, in vista della prossima stagione dei rinnovi contrattuali. Si tratta di un passaggio reso più complesso dalla circostanza che, per la prima volta, devono essere applicate le regole previste dalla legge Brunetta, fra cui quella che limita a non più di quattro il numero di aree e/o di comparti per i quali stipulare distinti contratti.
 
Nel suo intervento in rappresentanza della CIDA, Giorgio Rembado ha evidenziato l’incongruenza fra il quadro disegnato dalla legge Brunetta e quello che emerge dalla recente legge di riforma della Pubblica Amministrazione (legge 124/2015).
 
Per effetto di quest’ultima, infatti, vi sono tre “ruoli unici” della dirigenza più la dirigenza scolastica e quella sanitaria che non fanno parte di alcun ruolo. E quindi, in teoria, cinque aree in luogo delle quattro fissate come tetto massimo dalla Brunetta.
 
Occorre evidentemente superare questa anomalia prima di qualunque definizione degli effettivi ambiti contrattuali. Sarà quindi necessario, nel corso dei prossimi incontri, ricercare le modalità per ricondurre a quattro le cinque  posizioni attualmente esistenti. 
 
Dal punto di vista FP CIDA, questo rappresenta un’opportunità per rimettere in discussione, almeno sul piano contrattuale se non su quello giuridico, l’assurda esclusione della dirigenza scolastica dal rluolo unico della dirigenza statale. Si può d’altra parte facilmente prevedere che i veri ostacoli a questa linea verranno da quelle Confederazioni che a parole dicono di voler ottenere la piena perequazione retributiva, mentre di fatto si adoperano a rimuovere le condizioni preliminari che permetterebbero di renderla possibile.

Pubblichiamo di seguito il comunicato FPCIDA

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