Il Presidente dell’Anp è nuovamente intervenuto sull’argomento dei contributi volontari richiesti alle famiglie nella trasmissione del 14 marzo 2013 «Salvadanaio» su Radio 24 condotta da Debora Rosciani che ne ha parlato, tra gli altri, anche con Lucrezia Stellacci, Capo Dipartimento Istruzione per il MIUR, e con Luca De Stefani, esperto in materia fiscale per Il Sole 24Ore.
Giorgio Rembado ha ribadito nel corso del suo intervento quanto comparso nel comunicato “A proposito di contributi volontari delle famiglie” pubblicato sul nostro sito lo scorso 9 marzo 2013.
In particolare – ha affermato – «La scuola ha bisogno di queste risorse [quelle derivanti dai contributi volontari delle famiglie] perché è stata fortemente depauperata rispetto alle esigenze di finanziamento per le spese generali di funzionamento». Inoltre, «da una parte la richiesta di contributi volontari non costituisce un abuso, d’altro lato deve essere chiaro che sono volontari … nel senso che chi può e chi vuole dà». E allora come dovrebbe comportarsi una scuola per agire correttamente. «La prima fase è quella della previsione e della condivisione su come investire le risorse per la loro conseguente quantificazione. Da questo punto di vista è indispensabile l’ascolto di proposte e di pareri da parte dei genitori. Poi c’è una delibera del consiglio di istituto e questa è importante perché c’è una condivisione di tutte le componenti scolastiche; la corretta informativa alle famiglie in merito all’utilizzo […]; è importante sottolineare anche che c’è la possibilità di una detrazione [ai fini fiscali] dei contributi versati alle scuole…; quindi è necessaria la rendicontazione finale.»
«Concluderei con questi due aspetti non irrilevanti. In primo luogo il Ministero non può lavarsi le mani del problema della pauperizzazione degli istituti scolastici. Né il Ministero, né lo Stato. Faccio un esempio: quando si è parlato di digitalizzazione, necessaria e da tutti riconosciuta come tale, dei vari servizi delle scuole si è anche detto da parte del legislatore che tale digitalizzazione doveva avvenire senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica. Altro che nozze con i fichi secchi. E questo è solo un esempio»
«Il Ministero deve svolgere prima di tutto il suo ruolo, quello sì di soggetto di indirizzo, ma anche quello di struttura di servizio dell’autonomia scolastica. Concludo col dire che il Ministero ha tutti gli strumenti di verifica e di controllo … di tutte quelle situazioni che non siano corrette.»