Apprendiamo, con grande stupore, di una recente interrogazione parlamentare che chiede conto al Ministro dell’Istruzione e del Merito dell’attribuzione a dirigenti scolastici di incarichi di dirigenza amministrativa, censurandoli aprioristicamente. L’interrogazione trae spunto da una recente ordinanza della Corte di Cassazione – la n. 24653 del 5 settembre 2025 – ma ne travisa il senso per creare una narrazione del tutto infondata e pretestuosa.
La Suprema Corte, infatti, ha da un lato ribadito quanto statuito dall’ordinamento e cioè che la dirigenza scolastica e quella amministrativa non sono identiche. Se lo fossero, d’altronde, non si comprenderebbe perché fare ricorso ad aggettivi qualificativi differenti. D’altro canto, i Giudici di Piazza Cavour hanno affermato la piena legittimità della preposizione dei dirigenti scolastici agli uffici amministrativi ai sensi dell’articolo 19, comma 5-bis del decreto legislativo n. 165/2001. Ad abundantiam, la Suprema Corte ha confermato che i colleghi possono legittimamente partecipare anche alle selezioni per gli incarichi dirigenziali amministrativi di cui all’articolo 19, comma 6 del medesimo decreto, in quanto essi riguardano figure con particolare specializzazione professionale e concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio.
Una serena lettura dell’ordinanza, quindi, avrebbe consentito a chiunque di trarre le giuste conclusioni: i dirigenti scolastici sono pienamente legittimati a dirigere gli uffici dell’Amministrazione scolastica, essendo peraltro portatori di un rilevante bagaglio di competenze manageriali, organizzative e gestionali maturate dirigendo istituzioni scolastiche. Al riguardo, non sarà superfluo ricordare che la dirigenza scolastica è valutata con serietà e rigore attraverso un equilibrato sistema costituito da apprezzamenti sia oggettivi che discrezionali, con pochi uguali nello scenario delle amministrazioni pubbliche nazionali.
Tutto questo è stato sottolineato dall’ANP in innumerevoli occasioni di confronto politico-sindacale: i colleghi, oltre a essere esperti nella guida di organizzazioni pubbliche complesse, si confrontano quotidianamente con responsabilità che spaziano dalla gestione delle risorse umane e finanziarie alla sicurezza, dalle relazioni istituzionali alla programmazione strategica, dalla tutela della privacy alla trasparenza amministrativa e molto di più. Tali competenze, dunque, sono integralmente valorizzabili anche nella direzione degli uffici amministrativi, nel totale rispetto delle procedure previste dall’ordinamento e come espressamente confermato dalla giurisprudenza di legittimità.
L’ANP, pertanto, respinge con forza ogni tipo di attacco gratuito alla dirigenza scolastica, specie se incomprensibilmente condotto da esponenti parlamentari che dovrebbero ben conoscere la realtà istituzionale del nostro Paese e dovrebbero difendere i meriti dimostrati sul campo.
La tutela dei colleghi rappresenta da sempre l’oggetto primario della nostra azione e, per farlo, siamo pronti ad agire in tutte le sedi opportune.