Dopo la manifestazione del 25 maggio, l’Amministrazione si è dimostrata disponibile ad ascoltare le ragioni del radicale malcontento dei dirigenti delle scuole ed ha avviato una serie di incontri con le organizzazioni sindacali. In particolare, sono stati affrontati i temi del rinnovo contrattuale – nell’ambito del quale ANP ha chiesto (e chiede) la perequazione retributiva con gli altri dirigenti dell’area C “istruzione e ricerca” – e della semplificazione amministrativa.

Il confronto è iniziato il 12 giugno ed è tuttora in corso. L’ambito in cui sembrano potersi concretizzare, nel corso dei prossimi mesi, alcuni effetti positivi risulta, al momento, quello della semplificazione che riguarda essenzialmente il miglioramento dell’organizzazione datoriale.

Il punto che, ad avviso dell’ANP, risulta gravemente deficitario è quello – di massima rilevanza – relativo alla dinamica retributiva.

È ben noto a tutti che, a seguito dell’intesa del 30 novembre 2016, alcune confederazioni sindacali hanno barattato un maggior ruolo negoziale al prezzo di un modestissimo incremento salariale: i “famosi” 85 euro medi pro capite lordi, per di più distribuiti in maniera inversamente proporzionale al reddito!

Non certo la CIDA, di cui ANP fa parte! CIDA non era presente all’accordo, non lo ha sottoscritto, non lo condivide, non ha mai taciuto il suo profondo dissenso. ANP, quindi, ha le mani libere!

Ma ciò che forse è meno noto è che, al momento, lo Stato non dispone nemmeno delle risorse economiche necessarie a garantire tale “epocale” risultato: 85 euro lordi medi pro-capite! Per non parlare del fatto che da tale somma andrebbe poi sottratta l’indennità di vacanza contrattuale.

A fronte di questa situazione non possiamo che riaffermare – intensificandole – le ragioni della nostra protesta.

Essa si sostanzia in numerose azioni di lotta, per le quali ANP garantisce la piena e totale copertura sindacale, qui di seguito richiamate:

  • indisponibilità ad ottemperare a tutte le incombenze relative alla procedura valutativa a partire dalla compilazione del portfolio, fino a quando non saranno dati ai dirigenti strumenti e poteri coerenti con la qualifica dirigenziale;
  • indisponibilità a gestire la procedura della chiamata diretta in tempi troppo ristretti, in agosto, anche in risposta alle azioni successive dell’Amministrazione che hanno contraddetto l’istituto stesso della chiamata;
  • motivata indisponibilità ad assumere le reggenze;
  • motivata rinuncia preventiva o dimissioni da incarichi non obbligatori affidati dall’Amministrazione scolastica;
  • motivata indisponibilità a sostituire nel primo grado di giudizio l’Avvocatura dello Stato;
  • indisponibilità a rispondere a richieste di dati già in possesso dell’Amministrazione, ponendo un freno alle richieste ripetute di monitoraggio e di rilevazione.

L’Amministrazione non deve pensare che i dirigenti si accontenteranno di un piatto di lenticchie e che, complice la calura estiva, dimenticheranno le ragioni che li hanno spinti in piazza e che, all’occorrenza, ce li riporteranno. L’ANP chiama a raccolta TUTTI I DIRIGENTI delle scuole affinché la situazione si sblocchi!

Ne va della nostra dignità professionale e culturale.

La protesta continua.