Con un decreto legge – varato questa mattina dal Consiglio dei Ministri – è stata cancellata la norma introdotta dalla legge di conversione del precedente DL 134, con la quale si facevano salvi gli effetti del contestato concorso siciliano per la dirigenza delle scuole.

L’intervento abrogativo era stato richiesto dal Presidente della Repubblica, che ad esso aveva esplicitamente collegato la promulgazione della legge di conversione del decreto 134. Il comma oggi eliminato costituiva un tentativo per chiudere una vicenda che si trascinava ormai da anni.

Arrivati a questo punto, quel che non si può accettare è che le conseguenze di una serie di superficialità, errori e pasticci amministrativi ricadano su centinaia di dirigenti, che comunque da tre anni hanno svolto il proprio lavoro e che non possono oggi ricevere uno sbrigativo benservito, come se fossero gli unici a dover pagare, e per colpe non loro.

L’Anp ribadisce con forza il sostegno ai diritti di coloro che sono le vere vittime di questa vicenda ed il suo impegno per trovare al più presto in tutte le sedi utili – nessuna esclusa – una soluzione conforme alla giustizia sostanziale e non solo al diritto.

Del problema deve farsi carico, necessariamente, la politica, visto che l’Amministrazione scolastica siciliana si è rivelata clamorosamente inadeguata nella circostanza.

Ma non è neppure possibile che l’Amministrazione centrale non tragga le conseguenze di quanto è accaduto: a cominciare dalle responsabilità del vertice dell’Ufficio che ha gestito il concorso con la leggerezza che tutti hanno potuto constatare e con conseguenze devastanti per centinaia di scuole siciliane oltre che per i diretti interessati.