Con una lettera spedita oggi e indirizzata al presidente ed al direttore generale dell’INPS istituto che, lo ricordiamo, ha da quest’anno incorporato il soppresso INPDAP nel quale, a suo tempo, erano confluite funzioni e patrimonio dell’ENAM dopo la sua soppressione ad opera della legge n. 122/2010, il presidente nazionale Giorgio Rembado ha chiesto a nome dell’Anp e nell’interesse delle categorie soggette alla ritenuta obbligatoria ex ENAM, che si studi e si trovi una soluzione per eliminare l’iniquità del prelievo forzoso che tutti i mesi viene effettuato nella misura dello 0,8% sullo stipendio di maestri e dirigenti ex direttori didattici.
L’iniquità consiste nel fatto che le categorie suddette contribuiscono due volte: una con le ritenute assitenziali previste dalle norme generali di legge, l’altra con quella ex ENAM. I dirigenti, per di più, neanche riescono ad usufruire delle prestazioni assistenziali, in quanto percettori di reddito più elevato rispetto agli altri soggetti al contributo.
La lettera fa seguito alle altre iniziative intraprese in passato, rimaste putroppo ancora senza esito, dalle pressioni sui politici (che hanno il torto, pur avendo soppresso l’ENAM per legge, di non aver fatto altrettanto con la la ritenuta) a quelle giudiziarie, che hanno visto sempre soccombere i ricorrenti che ne chiedevano l’eliminazione dal proprio stipendio.
Chiediamo ora all’INPS, che eredita beni e funzioni del disciolto ente, di affrontare la questione studiando una soluzione che porti all’abolizione della ritenuta o, quanto meno, alla sua non obbligatorietà, come venne fatto in passato, ad esempio, con quella a beneficio dell’Istituto Kirner.