E’ imminente la firma e l’emanazione, da parte del Ministro, del decreto attuativo sulle nuove modalità di assegnazione di fondi alle scuole, come previsto dalla Finanziaria 2007 (art. 1, comma 601, Legge 27.12.2006, n. 296). Ricordiamo che la nuova normativa prevede che il Ministero della Pubblica Istruzione:

  • istituisca, per finanziare le scuole statali, due soli capitoli nel proprio bilancio (uno per le spese di personale, l’altro per le spese di funzionamento);

  • assegni direttamente i fondi alle scuole;

  • effettui il monitoraggio (attraverso gli USP e gli USR) delle spese sostenute dalle scuole.

Il Capo Dipartimento Programmazione e Bilancio, Dott. Emanuele Barbieri, ha illustrato (con l’ausilio di materiali illustrativi che ci siamo impegnati a pubblicare solo dopo l’avvenuta firma del decreto) le linee guida del provvedimento, che riportiamo in sintesi, riservandoci un più ampio commento non appena ne sarà diffuso ufficialmente il testo:

  • i fondi dei due capitoli ministeriali – il 1203 per le spese di personale, il 1204 per quelle di funzionamento – saranno assegnati sotto forma di un unico finanziamento (sia pure effettuato in più tranche nel corso dell’esercizio) che sarà introitato dalle scuole mediante un solo capitolo di entrata; a parte la semplificazione formale che ne conseguirà in termini di leggibilità sul versante delle entrate, viene così compiuto un passo avanti nella direzione dell’assegnazione dei fondi “senza vincoli di destinazione”, come previsto dalla normativa istitutiva dell’autonomia delle scuole (art. 21 della Legge n. 59/1997) e dallo stesso Regolamento contabile vigente (Decreto Interministeriale n. 44/2001). Permangono comunque i vincoli che le scuole devono osservare in quanto imposti da norme legislative o di fonte contrattuale (p.es. per le spese relative ai compensi accessori al personale) e sarà, pertanto, loro compito la conseguente ripartizione dei fondi sul versante delle spese;
  • i fondi comprenderanno – senza distinzione – anche una quota che le scuole destineranno alle spese per le supplenze brevi; per il calcolo di tale quota, il Ministero partirà dallo stanziamento complessivamente previsto nel 2007 per tale voce (circa 568 milioni di euro) e ne assegnerà alle scuole – in prima battuta – il 40%, computando gli importi da assegnare scuola per scuola mediante parametri descritti in sintesi più avanti. Un ulteriore 40%, distribuito successivamente avvalendosi della stessa metodologia di calcolo, sarà riservato a coprire le necessità aggiuntive laddove esse saranno evidenziate attraverso il monitoraggio compiuto su ciascuna scuola; il rimanente 20% verrà utilizzato – in maniera individualizzata – per le situazioni in cui non siano comunque sufficienti i fondi assegnati come già descritto. L’Amministrazione ha comunicato di stare provvedendo – inoltre – allo smobilizzo dei fondi per le supplenze non utilizzati giacenti nelle contabilità speciali degli uffici periferici (circa 100 milioni di euro), che saranno immediatamente assegnati alle scuole al fine di iniziare il ripiano dei debiti che queste hanno contratto nei confronti del personale che ha prestato servizio e non ha potuto avere le relative spettanze.

    Per quanto riguarda le modalità di calcolo, la quota base che verrà inclusa nel finanziamento a copertura delle spese per le supplenze, verrà calcolata sulla base della moltiplicazione delle unità di personale presente nell’organico di fatto delle singole scuole per un valore individuale in euro, distinto fra docenti del ciclo primario, del ciclo secondario, ATA;

  • per quanto riguarda le spese di funzionamento, gli importi da assegnare, differenziati per le diverse tipologie di scuole, prevederanno: una quota base, uguale per tutte le scuole delle stessa tipologia; una quota fissa in ragione del numero di sedi di cui è composta la scuola; una quota correlata al numero degli alunni;
  • al decreto sarà affiancata una nota illustrativa dettagliata e sarà fissato – contestualmente alla prima assegnazione di fondi – il nuovo termine per la predisposizione del programma annuale da parte delle istituzioni scolastiche.

La delegazione dell’Anp presente all’incontro ha rilevato, come già fatto nel precedente incontro, la positività di questa innovazione, che sarà tanto maggiore quanto più saranno realizzati gli obiettivi di trasparenza dei criteri e di efficienza nell’assegnazione dei fondi che essa si propone. La celerità dei trasferimenti e la loro congruità rispetto alle esigenze delle scuole sono condizioni essenziali per lo svolgimento della loro attività gestionale e per il conseguimento dei fini istituzionali che a loro competono.

Ma – nel contempo – non ha potuto non rilevare come il conseguimento di questi obiettivi sia affidato ancora una volta ad una filiera operativa – quella costituita dagli USP e dagli USR – che ha mostrato fino ad oggi vaste zone di inadeguatezza ed inefficienza: la vicenda dei fondi non utilizzati per le supplenze, mentre le scuole ne soffrono la carenza, ne è solo un esempio. A questa si aggiunge, infatti, come ammesso dalla stessa amministrazione centrale, l’assoluta disuniformità dei criteri con i quali sono stati distribuiti i fondi per il funzionamento amministrativo, con le conseguenti ingiuste sperequazioni sul territorio.

Vi è poi un dato di carattere generale: l’operazione che sta per partire, pur connotata dalla volontà di razionalizzare la distribuzione delle risorse e di permettere il recupero di quelle non utilizzate, non inciderà sul problema da noi più volte denunciato, ovvero il taglio delle risorse a disposizione delle scuole, diminuite dell’80% negli ultimi cinque anni (si veda il comunicato stampa su quella che in un recente passato definimmo “eutanasia delle scuole”). Per invertire questa tendenza occorre, evidentemente, un impegno politico che ancora non è alle viste.

A queste considerazioni generali, se ne possono affiancare – infine – alcune di tipo particolare, quali:

  • l’erosione delle risorse che viene operata dall’onere di pagare la tassa sui rifiuti, applicata alle scuole con criteri simili a quelli riservati alle aziende; com’è noto, in molti casi la TARSU di fatto azzera il complesso delle risorse destinate al funzionamento;
  • l’insufficienza, a nostro avviso, dell’ammontare previsto per il budget sulle supplenze; in tale settore occorrerebbe inoltre finanziare a parte le spese per supplenze che gravano in modo improprio sui bilanci delle scuole, come quelle per le maternità.