In data odierna si è tenuto, presso il MIUR, l’incontro richiesto dalle OO.SS. rappresentative dell’area V in materia di mobilità dirigenziale. L’Amministrazione era rappresentata dal Direttore dell’Ufficio II della Direzione Generale per il personale scolastico.

Preliminarmente, sono stati forniti alcuni chiarimenti:

1. la pianta organica dei dirigenti scolastici è stata recentemente modificata per tenere conto delle rettifiche inviate dagli Uffici Scolastici Regionali in relazione all’effettivo numero di scuole sottodimensionate e di pensionamenti nonché all’utilizzo di una mappa aggiornata dei comuni montani;

2. la “spending review” non dovrebbe avere conseguenze sull’organico dei dirigenti e sulle vicende del concorso in atto;

3. il MIUR ha inviato al MEF la richiesta di autorizzazione finale all’assunzione dei dirigenti scolastici vinvitori del concorso ed è in attesa di risposta;

4. i corsi di formazione dei neodirigenti scolastici sono in attesa dell’autorizzazione alla spesa e si terranno durante l’anno di prova.

Per quanto riguarda l’argomento oggetto della riunione, la parte sindacale ha riportato alcuni problemi:

(A) Per quanto riguarda i casi di soprannumerarietà interprovinciale dei dirigenti, è stato suggerito all’Amministrazione di privilegiare l’assegnazione di due scuole sottodimensionate nell’ambito della stessa provincia, per un anno, piuttosto che trasferire i dirigenti in province lontane.

(B) Alcuni USR stanno interpretando in modo distorto il recente Contratto Integrativo: a volte non rendono note le sedi scolastiche normo-dimensionate disponibili per naturale scadenza del contratto triennale; in altri casi introducono criteri di preferenza inesistenti nel CI. La parte sindacale ha proposto all’Amministrazione centrale di fornire adeguate indicazioni, anche per le vie brevi, alle sue articolazioni regionali.

(C) Non è stato adeguatamente regolamentato il caso dei dirigenti, attualmente utilizzati presso il MIUR, che potrebbero dover tornare nelle sedi scolastiche di loro competenza se su di esse è presente un titolare e non un reggente.

(D) Per quanto concerne la mobilità interregionale, si riscontrano comportamenti molto differenziati delle direzioni regionali. A fronte di USR che sostanzialmente rispettano il CCNL ed il parametro del 30%, ce ne sono altri che richiedono il pareggio tra dirigenti in ingresso e dirigenti in uscita e altri ancora che intendono impedire la mobilità in ingresso. Anche in questo caso è stato proposto di fornire agli USR indicazioni tendenti al richiamo delle vigenti norme.

La delegazione Anp ha fatto presente che il tipo di difficoltà sub (B) discende dalla sottoscrizione di un improprio contratto collettivo che, paradossalmente, rende più arbitrario il comportamento dei direttori regionali perché li deresponsabilizza e li induce a pensare, da un lato, che i criteri decisi a livello centrale abbiano validità in periferia e, dall’altro, che ogni loro interpretazione – anche la più erronea – sia approvata dal centro. Tutto questo complica le relazioni sindacali a livello regionale e ostacola l’adozione di criteri che tengano conto delle necessità locali.