Questa mattina si è tenuto presso l’ARAN il settimo incontro per il rinnovo del CCNL dell’Area V della dirigenza scolastica.

Fin dall’apertura della riunione è venuto al pettine uno dei nodi che fin dall’inizio hanno costituito un ostacolo difficilmente superabile per il negoziato: l’impossibilità, cioè di attribuire la retribuzione accessoria a tutti i dirigenti vecchi e nuovi attingendo le risorse da Fondi regionali calibrati sul numero dei dirigenti in servizio prima delle ultime due tornate concorsuali. Questa situazione, certamente non ascrivibile a responsabilità delle organizzazioni che rappresentano i dirigenti, oggi costringe diversi Uffici scolastici regionali a minacciare il blocco della retribuzione accessoria e l’eventuale recupero dei compensi eccedenti la disponibilità del Fondo. Il problema rientra, dunque, nella responsabilità dell’amministrazione che non ha valutato opportunamente a suo tempo l’esigenza di provvedere all’incremento dei fondi regionali in corrispondenza del conferimento nel 2007 di oltre tremila nuovi incarichi dirigenziali. Non si può dimenticare che nel 2002, all’atto della costituzione dei Fondi regionali come da primo CCNL dell’Area V, le risorse messe a disposizione erano state quantificate in rapporto al numero dei dirigenti effettivamente in servizio e non in rapporto alle sedi di dirigenza, che comunque allora erano coperte da circa 3300 presidi incaricati, ai quali veniva corrisposta l’indennità di funzioni superiori e quella di direzione, attingendo direttamente a risorse erariali. Dopo il reclutamento dei nuovi dirigenti, gli importi di tali indennità e quelli derivanti dai compensi non più corrisposti ai supplenti dei presidi incaricati, sono stati interamente incamerati dall’erario. Ora si pretende di provvedere con gli attuali fondi regionali, tarati sui dirigenti in servizio nel 2002, alla retribuzione di posizione e di risultato dei nuovi assunti.

La situazione costituisce dunque una vera spada di Damocle sul rinnovo del CCNL, in quanto l’eventuale impossibilità di trovare una soluzione attraverso il recupero delle risorse a suo tempo destinate ai presidi incaricati, nonché quelle necessarie per la loro sostituzione nel ruolo docente, potrebbe comportare la conseguenza di andare verso un’ipotesi di contratto “a perdere”, dal momento che i modesti incrementi previsti nell’Atto d’indirizzo (€ 215,00 lordi per il primo biennio) sarebbero inferiori alla quota di retribuzione accessoria (posizione parte variabile e risultato) che i dirigenti delle scuole si vedrebbero ridotta unilateralmente.

È evidente che l’ANP non potrà mai accettare che in sede di rinnovo contrattuale anziché discutere della perequazione interna ed esterna ci si debba preoccupare paradossalmente di “difendere” gli attuali livelli retributivi!

Data l’oggettiva complessità della situazione, che l’Anp ha più volte evidenziato nel corso degli incontri e che solo adesso diventa opinione condivisa, le parti hanno convenuto sulla opportunità di effettuare una verifica tecnica, che coinvolga anche rappresentanti dell’amministrazione e consenta di approfondire il problema e di individuare possibili soluzioni.

L’ANP nel dare la propria disponibilità alla verifica ha tenuto a precisare che la stessa non può limitarsi alla cosiddetta incapienza dei Fondi regionali, ma va estesa a tutti i problemi economici connessi al rinnovo contrattuale, a partire dalla perequazione esterna per finire a quella interna, dal momento che i dirigenti provenienti dall’incarico di presidenza attendono di essere rassicurati sul mantenimento dell’assegno ad personam e quelli provenienti dalla docenza chiedono giustamente un provvedimento che equipari le loro retribuzioni a quelle degli altri colleghi. Non può inoltre essere sottovalutata l’influenza che il decreto legislativo attuativo della legge 15/09 può esercitare nei confronti di alcuni importanti aspetti contrattuali, quali la funzione dirigenziale, della quale l’ANP ha sin dall’inizio proposto un significativo potenziamento, e i processi di valutazione, che richiedono una attenta e puntuale revisione dell’articolo 20, e quindi anche la parte normativa non può limitarsi alla semplice e frettolosa riproposizione del vecchio testo ma va riletta alla luce del nuovo contesto normativo.

L’ARAN ha tenuto a precisare che alcuni problemi sono di natura tecnica ed altri di natura più strategica e politica. La verifica tecnica dovrebbe tentare di risolvere i primi per poi andare al Comitato di settore per un confronto di carattere più generale. In chiusura di riunione alle delegazioni sindacali è stata distribuita una bozza di articolato relativa alla responsabilità disciplinare, che rappresenta il punto in discussione al tavolo dell’Area I. In proposito l’ANP ribadisce di non essere disponibile a fughe in avanti che non tengano conto degli interessi complessivi delle aree dirigenziali della pubblica amministrazione.

Il prossimo incontro, a verifica ultimata, è stato calendarizzato per il 10 giugno sulla base di una bozza di articolato del quadriennio normativo che l’ARAN si è impegnata ad elaborare.