L’ANP ha partecipato oggi ad una audizione in videoconferenza da parte del Comitato Tecnico-Scientifico, istituito presso il Dipartimento della Protezione civile e coordinato dal Dott. Miozzo, sulle misure di sicurezza per l’avvio del prossimo anno scolastico. Alla riunione ha partecipato anche il Ministero dell’istruzione nella persona del Capo Dipartimento Dott.ssa Boda.

L’ANP, dopo aver dato atto della cura che la Dott.ssa Boda e il Dott. Miozzo stanno dedicando all’interlocuzione con le organizzazioni sindacali, ha reso noto che, in una prospettiva di fattiva collaborazione, ha recentemente pubblicato un documento approfondito sulla “ripartenza” di settembre e sulle soluzioni possibili e lo ha offerto come contributo di idee al Ministero e al CTS.

La nostra delegazione ha anche sottolineato che, poiché l’attività didattica in presenza è temporaneamente sospesa solo fino al 14 giugno, è urgente che il decisore politico intervenga per definire la situazione della scuola dell’infanzia le cui attività didattiche dovrebbero proseguire fino al 30 giugno.

Abbiamo poi ribadito che la definizione delle regole e delle misure di sicurezza non possono essere lasciate alla decisione delle singole istituzioni scolastiche, prive delle necessarie competenze tecnico-scientifiche, ma devono essere dettate con chiarezza dal ‘centro’, con la necessaria e preventiva validazione di organi tecnici come il CTS. Abbiamo chiesto che le scuole siano, invece, liberate da vincoli di funzionamento anacronistici e in contrasto con il pieno esercizio dell’autonomia, in quanto sono assolutamente in grado di assumere le scelte più adeguate in relazione alle metodologie didattiche e alla gestione delle risorse. Proprio la gestione delle risorse – lo abbiamo ricordato con forza – è prerogativa e responsabilità del dirigente scolastico: in tal senso abbiamo ribadito che non si può perdere l’ennesima occasione per ridisegnare organicamente la governance della scuola eliminando farraginosità e sovrapposizioni di competenze tra organi, fonte di inefficacia e talora di conflittualità.

L’ANP ha chiesto che le scuole siano, invece, supportate, in questa fase delicatissima, dalla semplificazione delle procedure, a cominciare da quelle relative allo svolgimento dell’attività negoziale (D. lgs. 50/2016) e dalla disponibilità di maggiori risorse economiche, necessarie per acquistare device, infrastrutture di rete e DPI ma anche per realizzare una approfondita formazione dei docenti e del personale ATA. A questo riguardo, abbiamo ricordato il personale amministrativo è fortemente coinvolto nella piena implementazione dell’amministrazione digitale.

Abbiamo inoltre posto con decisione un tema che, sinora, ci è sembrato ingiustificatamente trascurato: la sicurezza e l’ampliamento degli spazi scolastici dipende fondamentalmente dagli enti locali. Ad avviso dell’ANP, quindi, è assolutamente necessario allargare l’interlocuzione agli enti locali, e destinatari dei precisi obblighi di cui alla legge “Masini” 23/1996.

In ogni caso, se a settembre si dovrà rispettare la misura di sicurezza del distanziamento tra persone, si dovrà incidere sul fattore tempo e/o sul fattore spazio. Se si deciderà di distribuire maggiormente la presenza degli alunni nel tempo, e questo anche in funzione della razionalizzazione dei trasporti (anche qui coinvolgendo gli enti locali competenti), dovremo prendere in considerazione delle soluzioni che, senza arrivare necessariamente ai famigerati ‘doppi turni’, necessiteranno di un significativo incremento del personale. Se si deciderà, invece, di distribuire gli alunni su spazi maggiori, non si può trascurare il dato oggettivo costituito dal limite delle superfici delle aule, peraltro tenendo presente che gli alunni non possono restare fermi nel loro banco per tutta la durata delle lezioni.

In considerazione di queste oggettive difficoltà, le misure che devono garantire la sicurezza della ripresa delle attività in presenza dovranno essere specifiche in relazione all’età degli studenti, alle attività che si prevede di svolgere e all’urgenza di garantire al massimo l’inclusione degli studenti in condizioni di maggiore emergenza. Un conto è prevedere misure per bambini e attività della scuola primaria, un conto formalizzare regole per studenti di una scuola del secondo ciclo con forte vocazione laboratoriale, un conto ancora assicurare la presenza a scuola agli alunni con maggior rischio di dispersione.

Abbiamo infine chiesto che, tanto in vista dello svolgimento del prossimo esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, quanto della ripresa di settembre, il Ministero fornisca indicazioni molto chiare e attuabili per quanto concerne la gestione dei cosiddetti “lavoratori fragili”.

Al termine della riunione, il CTS ha comunicato di aver reso parere nettamente negativo all’ipotesi di far svolgere in presenza l’ultimo giorno di scuola, lasciando ovviamente al decisore politico la responsabilità della scelta.

Continueremo a tenere informati tutti i soci degli esiti dei prossimi incontri.