L’ANP ha partecipato oggi, in videoconferenza, alla riunione di presentazione delle Linee Guida per la Didattica Digitale Integrata, convocata per il ministero dell’istruzione dal Direttore Generale, Dott.ssa Maria Assunta Palermo.

In apertura di intervento abbiamo sottolineato la necessità di adottare un provvedimento normativo che consenta alle scuole di attivare autonomamente la didattica da remoto, come strumento utile a risolvere i diffusi problemi di carenza di spazio che non consentono di accogliere tutti gli studenti nel rispetto delle prescrizioni di distanziamento.

Nel merito della bozza di documento presentata, l’ANP ha chiesto di precisare meglio cosa si intenda per Didattica Digitale Integrata, locuzione usata indistintamente per indicare situazioni nelle quali solo una parte degli alunni debba seguire da remoto le lezioni, svolte a scuola dal resto degli alunni, ma anche per le situazioni di emergenza con la didattica svolta in modo ordinario da remoto per tutti. In sostanza va meglio chiarito se l’uso del termine “integrata” si riferisce all’integrazione di gruppi classe, parte a distanza e parte in presenza, o all’integrazione della didattica mediante l’uso delle tecnologie, oppure a una modalità da affiancare alla didattica in aula per alleggerire il tempo di permanenza a scuola, al fine di diminuire il rischio di assembramento negli istituti, facendo restare a turno a casa le classi in tempi diversi o altro ancora. Come è evidente, infatti, si tratta di situazioni che richiedono distinti approcci metodologici da parte degli insegnanti e diverse soluzioni anche tecnologiche, oltre che organizzative, da adottare da parte delle scuole. La ricerca didattica e l’esperienza maturata nel corrente anno scolastico hanno reso ormai evidente a tutti che le metodologie utilizzate in presenza non sarebbero efficaci per gli alunni che fossero a casa come semplici spettatori. Una classe ibrida inclusiva, infatti, richiede adeguata formazione degli insegnanti e specifici accorgimenti tecnici e metodologici.

Abbiamo chiesto, inoltre, di chiarire nel testo l’autonoma possibilità delle scuole di individuare i gruppi di alunni per i quali attivare forme di didattica digitale, non limitando – come sembrerebbe dalla bozza – la scelta ai soli soggetti con fragilità di salute o con particolari bisogni di apprendimento individualizzato. Maggiore chiarezza è stata suggerita anche per la parte relativa alla possibilità di fare ricorso alla riduzione dell’unità oraria di lezione e alla compattazione delle discipline, ipotesi che sembrerebbe attuabile in tutti i casi di attivazione della didattica digitale, anche se in modo complementare, senza che sia chiarito in che misura e col rischio di favorire inique scelte quantitative, diverse da scuola a scuola.

Ulteriori interventi migliorativi sono stati suggeriti in merito all’utilità della documentazione delle attività in un repository della scuola, della conservazione dei materiali video e digitali prodotti dagli insegnanti e adatti per un riuso in modo personalizzato dai ragazzi, come pure approfondimenti e indicazioni in forma di linee guida sulle modalità di valutazione della didattica in digitale.

Abbiamo infine sottolineato l’esigenza di emanare dette Linee guida con la massima urgenza.