Restituire alla scuola quel ruolo e quell’importanza che negli ultimi tempi tutti a parole le hanno tributato senza far seguire azioni conseguenti. E’ l’appello che il presidente dell’Associazione Nazionali Presidi, Antonello Giannelli, lancia, attraverso l’Adnkronos al nuovo governo e al futuro ministro dell’Istruzione, “auspico che la fondamentale funzione della scuola sia ora più che mai al centro dell’agenda politica nell’interesse del futuro della Nazione”

“La scuola – evidenzia Giannelli – ha bisogno di investimenti. Mi auguro sia destinataria di una parte consistente di Pil, come avviene in altri Paesi. In questo momento – aggiunge – c’è anche il Recovery fund, stanziamenti importanti, speriamo vogliano tirarlo fuori. D’altronde: se non ora, quando?”.

Per il resto, tiene a precisare il Presidente dell’Anp i problemi della scuola sono quelli che “più volte abbiamo evidenziato. In questo momento – sottolinea Giannelli – direi che occorre una seria riflessione sullo stato delle carenze formative dei nostri studenti. Servirebbe una seria rilevazione a livello nazionale per avviare quindi un piano di recupero individualizzato sulle carenze di ognuno”.

Quindi, in generale, serve “una maggiore attenzione al mondo della scuola nel suo complesso, ripartendo dall’edilizia, con il rifacimento e dalla messa in sicurezza degli edifici che, sappiamo bene, sono, in molti casi, vetusti e fatiscenti. Occorre una piano pluriennale di edificazione di fabbricati più moderni. Poi – aggiunge Giannelli – occorre investire in una digitalizzazione avanzata, in modo da potenziale tutti gli aspetti tecnologici”. Da non tralasciare poi “un aggiornamento massiccio e capillare per il 100% dei docenti, nessuno deve rimanere indietro, che riguardi un rinnovamento della didattica, superando la didattica trasmissiva per una più coinvolgente”.

Secondo Giannelli occorre poi intervenire sulla governance della scuola, “facendo in modo da eliminare sovrapposizioni tra i Presidi e gli Organismi scolastici, introducendo un middle menagement, funzionari ‘intermedi’ tra docenti e dirigenti scolastici. Inoltre occorre rivedere le norme sulle responsabilità penali dei presidi, investiti di un ruolo datoriale con responsabilità ingestibili. Insomma – conclude – la filosofia generale deve essere quella di restituire alla scuola l’importanza e il ruolo che a parole tutti le riconoscono senza che poi ne segua un comportamento conseguenziale”.