L’ANP ha partecipato oggi, in videoconferenza, all’incontro promosso dal Dott. Jacopo Greco, Capo del Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’istruzione, per discutere del protocollo di intesa per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022. 

Il Dott. Greco ha affermato, in apertura, che è intenzione del Ministero giungere in tempi brevi alla sottoscrizione del nuovo protocollo alla luce delle indicazioni contenute nel verbale del Comitato Tecnico Scientifico n. 34 del 12 luglio 2021. 

L’ANP, nell’auspicabile prospettiva della didattica in presenza al 100% – necessaria al fine di evitare ulteriori perdite formative dovute alle attività a distanza, come rilevato anche dall’INVALSI – ha innanzitutto ribadito la richiesta di indicazioni certe circa il rapporto tra distanziamento, utilizzo delle mascherine chirurgiche e tutela della riservatezza. Ad esempio, va chiarito se in condizioni di distanziamento sia possibile fare a meno delle mascherine anche per i non vaccinati (di cui peraltro la scuola non conosce e, a legislazione vigente, non può conoscere i nominativi). 

Ma quello che, a nostro avviso, risulta assolutamente imprescindibile è l’assunzione di responsabilità del decisore politico circa la scelta tra didattica in presenza e didattica a distanza. Quest’ultima modalità, infatti, per quanto demonizzata e impopolare, sembra inevitabile se non sarà possibile assicurare il distanziamento per le note carenze di spazi e di personale, oltre che per quelle del trasporto pubblico locale. Il verbale del CTS del 12 luglio, del resto, offre all’Esecutivo ampi margini di azione e quindi, se si intende garantire una didattica in presenza al 100%, si devono compiere delle scelte – quali, ad esempio, quelle inerenti all’obbligo vaccinale – e accettarne le conseguenti responsabilità. 

Il prossimo anno scolastico, in tal modo, potrebbe finalmente registrare un netto miglioramento rispetto ai precedenti due. Diversamente, senza decisioni incisive, servirà a ben poco la sottoscrizione di un protocollo di intesa praticamente identico a quello dello scorso anno con il conseguente ripetersi delle criticità già subìte dalle scuole. 

L’odierno incontro è stato preceduto dalla pubblicazione della nota dipartimentale 22 luglio 2021, prot. n. 1107, di accompagnamento alle indicazioni del CTS. La nota, nel fornire dei richiami sintetici a tali indicazioni, affronta le principali questioni per la ripresa in sicurezza di settembre lasciando, tuttavia, margini di incertezza su alcuni punti nodali quali lo svolgimento delle attività in presenza, il distanziamento e l’uso dei dispositivi di protezione individuale. Peraltro, non si esprime sulle attività extrascolastiche. 

La nota, però, risulta contraddittoria là dove, da un lato, anticipa il varo del protocollo 2021/2022, dall’altro, afferma che le indicazioni del CTS potrebbero subire mutamenti in ragione del differente quadro epidemiologico e, dall’altro ancora, sostiene che i dirigenti scolastici sono in grado già adesso di organizzare l’avvio delle attività didattiche del nuovo anno scolastico senza dover attendere “una sempre nuova circolare, parere tecnico, indicazione guida che definisca, chiarisca, interpreti sempre più e meglio una realtà in divenire e per sua natura cangiante e differenziata”. 

Non condividiamo, inoltre, l’affermazione secondo cui “gli strumenti normativi e le indicazioni tecniche disponibili consentono che in ogni istituzione scolastica continuino ad organizzarsi le modalità concrete di avvio del nuovo anno scolastico” in quanto detti strumenti e dette indicazioni sono relativi all’anno scolastico 2020/2021. In realtà, dal prossimo 1° settembre si dovrebbe operare secondo l’ordinamento vigente come dimostra la vicenda dell’organico, predisposto senza alcun riferimento alle esigenze di distanziamento.   

Ma ciò che troviamo del tutto inaccettabile è l’accusa – neanche velata – secondo cui i colleghi sarebbero affetti da “attendismo” e da “timore di sbagliare” al punto da venir meno al dovere di “ponderatamente agire” in ossequio al principio di buon andamento. 

I dirigenti scolastici – sia ben chiaro – non attendono indicazioni di dettaglio e sono consapevoli di quanto previsto dall’ordinamento in materia di dirigenza e autonomia scolastica: ne hanno dato ampia prova dall’inizio della pandemia.  

La categoria chiede però – e di tale richiesta l’ANP è convinta promotrice – che ogni livello decisionale si assuma le responsabilità sue proprie. A partire dall’Amministrazione.  

Quell’Amministrazione che dovrebbe ben sapere che le cautele adoperate dai colleghi sono imposte dal combinato disposto dei principi costituzionali che affermano il diritto allo studio e quello alla salute collettiva. 

Lo ribadiamo: le indicazioni del CTS demandano all’Esecutivo decisioni strategiche di adeguato spessore per impedire che, per il terzo anno scolastico, i nostri alunni subiscano gli effetti negativi dell’emergenza.  

Secondo il Comitato, la scuola in presenza è possibile e auspicabile. 

Spetta adesso al Governo la mossa decisiva.