L’ANP ha partecipato oggi, in videoconferenza, al preannunciato incontro col Ministro Bianchi, sulle misure relative alla scuola previste dalla Legge di Bilancio 2022 e sulle prospettive conseguenti alla loro attuazione.  

In apertura, il Ministro ha evidenziato le risorse messe a disposizione della scuola e, in particolare, quelle destinate al personale docente, sottolineando l’esigenza di incrementare ulteriormente il FUN per la retribuzione dei dirigenti scolastici, per quanto aumentato dalle risorse stanziate per il 2022 e il 2023. Il Ministro ha anche manifestato l’intenzione di rendere noto in appositi incontri con le organizzazioni sindacali lo stato di avanzamento dei progetti connessi alle missioni del PNRR circa il reclutamento e la formazione del personale scolastico.  

In merito alla Legge di bilancio, l’ANP ha riportato al Ministro le criticità, già rilevate in un nostro precedente comunicato, e ribadito che le risorse stanziate non confermano nei fatti la centralità della scuola tanto dichiarata a parole dalla politica. 

Tuttavia, non sfugge a nessuno che oggi l’urgenza della scuola è un’altra. A meno di tre giorni dalla ripresa delle lezioni, le misure necessarie per la didattica in presenza e in sicurezza non sono ancora chiare.  

L’ANP, proprio perché crede fermamente nella maggior efficacia della didattica in presenza, non intende praticare demagogicamente la retorica della “scuola in presenza” eludendo il reale stato delle cose. Ora, più che mai, è dunque necessaria un’operazione verità cui non vogliamo sottrarci.  

Quali sono i dati sulle classi effettivamente in DAD?  

Quali quelli sulle unità di personale sospeso e sul numero di dipendenti e alunni in quarantena?

Come pensare alla ripresa delle lezioni in presenza senza un protocollo che tenga conto delle più recenti disposizioni sulla gestione dei contagi? Il protocollo attuale che, peraltro, non ha mai funzionato efficacemente è del tutto superato dal D.L. 229/2021 e dalla Nota del Ministero della Salute del 30 dicembre 2021, n. 60136; né è immaginabile che un altro protocollo venga varato in tempi brevissimi.  

Torniamo alla realtà.  

I dati forniti dalle autorità sanitarie evidenziano la severità del numero dei contagi soprattutto nella fascia di età degli studenti del primo ciclo e non è possibile non tenerne conto. La scuola, per il numero delle persone che coinvolge, rischia di diventare, dopo quello sanitario, l’unico settore della pubblica amministrazione sottoposto a un durissimo stress-test e, in assenza di adeguate contromisure, non potrà garantire la qualità e l’efficacia del servizio.  

Il rischio concreto è che le scuole riprendano sì le attività didattiche in presenza ma solo dichiaratamente, essendo prive dei necessari supporti, in un contesto pandemico decisamente più grave del precedente e particolarmente pregiudizievole per l’ordinata gestione del servizio.  

Continuiamo a immaginare la realtà come se fosse quella che vorremmo o guardiamo alla realtà effettuale delle cose per poterle migliorare? Non deve essere un sacrilegio ipotizzare il ricorso temporaneo alla didattica a distanza, se non si riscontrano le condizioni per quella in presenza, e costruire così, senza perdere tempo, i presupposti per fare scuola in presenza e in sicurezza. Giusto per proporre alcuni esempi: FFP2 per alunni e personale, tamponi per gli esenti, protocollo in linea con le nuove norme, screening massivo, una elevata percentuale di alunni under 12 vaccinati.  

Non servono profeti disarmati.  

Bastano decisori capaci di guardare lontano.