La ricaduta del dramma ucraino sulle scuole è già tangibile. In attesa che vengano pubblicati i dati della rilevazione effettuata il 9 marzo scorso da parte del Ministero dell’istruzione, sappiamo che molte di esse sono già alle prese con la prima accoglienza di bambini e ragazzi che fuggono dalla guerra. La nuova emergenza, però, non le coglie impreparate. Molte scuole, infatti, specie in alcune regioni, sono già aduse ad accogliere gli alunni stranieri che arrivano in Italia a seguito di eventi drammatici che interessano i loro paesi di provenienza.

Per questi alunni – le norme e i documenti ministeriali sul punto sono molto chiari – le procedure di iscrizione possono intervenire in qualunque momento dell’anno, ovvero al momento in cui essi arrivano in Italia.

Quel momento, nel caso degli alunni ucraini, è adesso.

Le pratiche inclusive sono uno dei tanti fiori all’occhiello della scuola italiana. Esse prevedono che ci si prenda cura, in collaborazione con gli enti locali, le associazioni e la comunità locale tutta, dell’accoglienza scolare, della mediazione linguistica e culturale, dell’alfabetizzazione.

La permanenza in Italia dei bambini ucraini – sperando che possano al più presto rientrare in patria sotto condizioni di pace e sicurezza – deve quindi assicurare loro quella serenità che l’età e il percorso di crescita richiedono.

L’ANP è certa che i dirigenti, il personale tutto, gli alunni e le loro famiglie faranno in modo che la scuola sia casa anche per i profughi ucraini.

Pubblichiamo, per venire incontro alle esigenze dei nostri soci, un vademecum con i riferimenti normativi e le indicazioni pratiche del caso.