Sulla questione legata alla delibera ANAC n. 201/2022 l’ANP è già intervenuta negli ultimi giorni: dapprima per chiedere il ripristino di quel principio di legalità che, nel corso di questa incresciosa vicenda, sembra essersi smarrito tra i corridoi dell’Autorità; in seguito, per fornire agli iscritti i materiali di supporto per l’eventuale compilazione delle griglie relative agli adempimenti richiamati dalla citata delibera. 

Superata la scadenza del 15 ottobre, però, si impone una riflessione amara, concernente il ruolo dell’Amministrazione centrale che non ha adeguatamente presidiato l’interlocuzione con l’ANAC. 

Non intendiamo riproporre il quadro giuridico di riferimento: i colleghi lo conoscono bene, sulla loro pelle e su quella del personale che li ha coadiuvati in questo ansiogeno ottobre. 

Abbiamo avuto modo di osservare come gli Uffici scolastici regionali abbiano assunto, sulla vicenda, posizioni anche molto diverse tra loro. Posizioni che variano dall’assunzione piena di responsabilità da parte del Direttore, nella sua veste di Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) e in collaborazione con le scuole per la raccolta di dati in loro esclusivo possesso, fino all’appiattimento totale sul dettato del fatidico avviso ANAC del 5 ottobre scorso. 

Tale varietà di risoluzioni, tuttavia, non è accettabile in quanto riguarda un tema che non può e non deve ammettere differenze interpretative tra i territori. Spettava all’Amministrazione impartire una linea comune e sostenere procedure che, a fronte di chiare disposizioni di legge, non esponessero le scuole a insensate pratiche burocratiche. Il livello amministrativo, peraltro non coinvolto nei mutamenti politici in corso, avrebbe dovuto difendere i dirigenti scolastici, con forza e in punta di diritto, nei confronti di un soggetto terzo. 

Non possiamo che auspicare, dunque, che i mutamenti politici in atto garantiscano, per il futuro, una maggiore continuità tra l’azione di alta amministrazione propria del livello centrale e quella concretamente svolta, sul territorio, dalle istituzioni scolastiche, ricomponendo la frattura emersa in questa incresciosa vicenda.