L’ANP sta seguendo con molta attenzione le conseguenze che la Legge di Bilancio 2023 avrà sulle pensioni: si tratta di un provvedimento che sembra penalizzare proprio quanti hanno versato più tasse e contributi. Il nuovo schema di rivalutazione premia i beneficiari di trattamenti al minimo mentre colpisce, ancora una volta, il ceto medio e i percettori di pensioni di importo più elevato.

Infatti, non solo a fronte di un’inflazione molto elevata la rivalutazione delle pensioni viene calcolata, a partire dal 1° gennaio 2023, sulla base del 7,3%manon tutti vedranno applicata integralmente questa già parziale salvaguardia. Il meccanismo di rivalutazione ha sempre penalizzato le pensioni del ceto medio – generalmente frutto di una lunga carriera e di contribuzioni costanti – e la Legge di Bilancio 2023 ha ulteriormente aggravato questo meccanismo.

Le pensioni minime saranno rivalutate del 120%, e portate fino a 600 euro nel 2023 per gli over 75 mentre sarà data una stretta alla perequazione delle pensioni più alte perdendo punti di rivalutazione.

Il meccanismo, esistente prima dell’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2023, che prevedeva tre fasce (100% dell’inflazione programmata per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo corrispondente nel 2022 a 525,38 euro; 90% per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo e 75% per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo) viene dunque ridisegnato come illustrato nella tabella che segue:

Questa modifica dovrebbe valere solo per gli anni 2023 e 2024 che coincidono, però, con il periodo di inflazione più elevata. È, dunque, evidente che questo meccanismo biennale, a sei fasce, penalizza le pensioni più alte in misura maggiore rispetto al precedente. Si può facilmente calcolare la differenza tra quello che si sarebbe dovuto percepire con la perequazione precedente e quello che si avrà con le nuove fasce previste dalla Legge di Bilancio 2023.

CIDA, la Confederazione cui aderisce l’ANP, ha intenzione di continuare a mobilitarsi per tenere alta l’attenzione e per contrastare la penalizzazione che colpisce le nostre pensioni. A tal fine, CIDA ha già avviato con i propri legali lo studio di fattibilità di iniziative di ulteriore mobilitazione e, se necessario, di azioni legali alle quali aderiremo anche come ANP per tutelare gli interessi dei nostri iscritti in quiescenza.

Come sempre, terremo informati i nostri soci delle prossime iniziative.