Oggi, 5 dicembre 2023, presso l’Aula magna della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di RomaTre, l’INVALSI ha illustrato gli esiti italiani dell’Indagine OCSE PISA (Programme for International Student Assessment) svoltasi nel 2022. 

Tale indagine, come noto, ha l’obiettivo di valutare in che misura gli studenti abbiano acquisito conoscenze e abilità essenziali per la piena partecipazione alla vita economica e sociale, indagando tre ambiti principali: Lettura, Matematica e Scienze. Nel 2022, con un anno di posticipo a causa della pandemia, il dominio principale ha riguardato la Matematica, mentre un numero minore di quesiti ha indagato le capacità degli altri due ambiti. La rilevazione, inoltre, ha riguardato pure “pensiero creativo” e literacy finanziaria i cui risultati saranno resi noti nel 2024.  

Hanno partecipato alla rilevazione campionaria gli studenti quindicenni di 81 Paesi, inclusi i 37 membri OCSE, coinvolgendo 690.000 studenti a livello mondiale. Per l’Italia hanno partecipato 10.552 studenti, 345 scuole e circa 9000 genitori.  

Dopo i saluti istituzionali, è stato letto il messaggio con cui il Ministro Valditara ha valorizzato la dimensione internazionale dell’indagine e il suo essere una base affidabile da cui partire per realizzare soluzioni efficaci. Il 2023 è stato l’anno europeo delle competenze, concepito per rilanciare gli obiettivi di Europa 2030 e la bussola per il digitale: la rilevazione OCSE PISA si presenta, dunque, come un tassello fondamentale nel quadro di una concezione degli apprendimenti che mette al centro della riflessione le competenze trasversali e il lifelong learning

Successivamente sono stati presentati gli esiti dell’indagine, dal 2025 quadriennale, che rivelano a livello internazionale un andamento peggiorativo in tutti gli ambiti come conseguenza evidente del biennio pandemico. 

Il risultato complessivo vede l’Italia in linea con la media internazionale (471 punti vs 472 punti della media internazionale). Il 70% degli studenti raggiunge o supera il livello base di competenza matematica: nord-ovest e nord-est si attestano sull’82%, mentre il sud si ferma al 54%. 

L’andamento italiano è difforme rispetto ai tre ambiti indagati: si assiste a un calo di 15 punti in matematica, mentre vi è un miglioramento di 9 punti in scienze. In lettura, invece, non si registra alcun cambiamento significativo. Va però notato che il calo in matematica, seppur notevole, è comunque inferiore al dato OCSE (che registra un peggioramento di 16 punti rispetto al 2018). 

È il gender gap, invece, che in Italia risulta più accentuato: ben 9 punti di distanza tra maschi e femmine, a vantaggio dei primi, in matematica. In lettura, invece, i punteggi maggiori sono registrati in favore delle ragazze, mentre in scienze non si verificano significative differenze di genere.  

La variabilità tra gli studenti (57%) è maggiore rispetto a quella tra le scuole (40%) che negli anni è andata via via diminuendo, segno di un maggiore impegno da parte del Ministero e del Governo a uniformare l’offerta formativa su tutto il territorio nazionale. I punteggi superiori alla media riguardano i percorsi liceali, seguiti dagli istituti tecnici e, in coda, da quelli professionali. 

Sono purtroppo confermate le marcate differenze tra nord e sud della penisola, sia in riferimento al background socioculturale di provenienza, sia rispetto agli esiti nei tre macroambiti. 

Altro aspetto indagato dalla rilevazione è il nesso tra l’incidenza del Covid e il rendimento in matematica: l’impatto negativo in Italia è di 16 punti mentre quello internazionale è di 11. È stato evidenziato come i sistemi educativi con risultati migliori in matematica abbiano evitato chiusure prolungate delle scuole, pur non essendo possibile associare questo dato ai cambiamenti di punteggio tra PISA 2018 e PISA 2022. 

Alla luce di tali esiti dell’indagine rileviamo la tenuta complessiva del sistema e alcuni specifici punti di forza dei nostri studenti, in particolare il pensiero critico. Rimarchiamo inoltre l’attuale possibilità per le scuole, anche grazie alle risorse del PNRR e dell’Agenda Sud (quest’ultima appositamente destinata al miglioramento degli esiti delle rilevazioni INVALSI), di invertire il trend negativo investendo nel potenziamento delle competenze di base, nella formazione specifica del personale scolastico e nel superamento del modello della didattica trasmissiva. Il momento è decisivo per riqualificare il nostro sistema educativo, per contrastare con più efficacia la dispersione scolastica e i divari di apprendimento, per formare nuove generazioni di cittadini che, oltre a realizzarsi come persone, siano anche dotati di competenze adeguate al mercato del lavoro di domani. 

Quest’ultima rilevazione, infatti, si collega ai processi di riforma in atto, in primis quelli connessi all’orientamento, alle competenze digitali e alle competenze STEM. Anche l’introduzione di quesiti inediti, volti ad analizzare il pensiero creativo, si inquadra nella crescente centralità che stanno assumendo nella riflessione pedagogica il pensiero divergente e le competenze di problem solving. Su di essi, infatti, occorre investire e far leva per potenziare i percorsi di istruzione e formazione, l’accesso al mondo del lavoro e i “futuri esistenziali” delle giovani generazioni.