Abbiamo già avuto modo di esprimere apprezzamento per l’articolo 11 del Decreto-legge n. 71 del 2024 (v. la scheda di analisi dedicata) che introduce importanti “Misure per l’integrazione scolastica degli alunni stranieri”. Il provvedimento riconosce finalmente l’esigenza di potenziare l’insegnamento dell’italiano come lingua seconda (L2), elemento imprescindibile per garantire una reale inclusione scolastica degli studenti stranieri e per il loro successo formativo.
In fase di conversione in legge, è stata accolta la proposta dell’ANP di ampliare la platea delle istituzioni scolastiche destinatarie, prendendo in considerazione, oltre al requisito della prima iscrizione al Sistema nazionale di istruzione, anche il mancato possesso di competenze linguistiche di base nella lingua italiana.
Su tale disposizione è intervenuta di recente la Nota ministeriale n. 93862 del 17 aprile 2025, relativa alle dotazioni organiche del personale docente per l’a.s. 2025/2026, che prevede l’istituzione, nell’organico dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, di posti specifici per la classe di concorso A-23 (Lingua italiana per discenti di lingua straniera), con particolare attenzione alle classi con una percentuale di studenti stranieri pari o superiore al 20%.
Tuttavia, non possiamo condividere che tale misura sia adottata – come troppo spesso accade con la scuola – a invarianza di spesa. Come indicato nella nota ministeriale, infatti, “il contingente assegnato alla scuola secondaria di primo grado è stato ricavato, in pari misura, dai posti di potenziamento già assegnati alla scuola secondaria di secondo grado“. Di conseguenza, la citata e meritoria misura pro integrazione avviene a discapito dell’organico di potenziamento.
L’ANP ritiene che la politica scolastica necessiti di più risorse e non di una mera ridistribuzione delle stesse. Le istituzioni scolastiche già affrontano, quotidianamente, sfide complesse con risorse umane spesso insufficienti alle reali esigenze educative e formative degli studenti.
Auspichiamo, pertanto, che il decisore politico riconsideri il principio dell’invarianza di spesa quando si tratta di interventi strategici per il sistema educativo. L’integrazione degli alunni stranieri rappresenta una indubbia priorità e quindi richiede risorse fresche, non risorse da sottrarre ad altri ambiti di pari importanza. In un contesto caratterizzato da crescente complessità e diversificazione dei bisogni educativi, dunque, la definizione dell’organico non dovrebbe mai essere dominata solo da logiche ragionieristiche e di contenimento della spesa.
L’ANP ritiene, in conclusione, che ogni iniziativa volta a migliorare la qualità dell’istruzione debba essere accompagnata da un adeguato incremento delle risorse destinate ad essa.