L’INVALSI ha presentato oggi 9 luglio 2025, alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il Rapporto Nazionale 2025. Gli esiti della rilevazione, che ha coinvolto oltre 2,5 milioni di studenti di 11.500 scuole italiane, offrono un quadro articolato ma nel complesso positivo del sistema educativo nazionale.
Il dato più significativo emerso riguarda il considerevole calo della dispersione scolastica esplicita. L’Italia ha raggiunto con un anno di anticipo l’obiettivo del 10,2% fissato dal PNRR per il 2026, partendo dal 12,7% del 2021. Secondo le stime INVALSI, la dispersione scolastica per il 2025 dovrebbe aggirarsi intorno all’8,3-8,5%, facendo arrivare già adesso il Paese al raggiungimento del traguardo europeo del 9% previsto per il 2030.
Come sottolineato da Roberto Ricci, Presidente di INVALSI, si tratta di un successo di portata storica per il sistema educativo italiano. Il fenomeno riflette una scuola che sta diventando sempre più inclusiva, in grado di trattenere studenti che in passato avrebbero abbandonato precocemente il percorso formativo. Studenti che, però, si connotano per una sempre maggiore fragilità negli apprendimenti.
I risultati delle prove INVALSI 2025 ci restituiscono, nella scuola primaria, un quadro di sostanziale stabilità delle competenze in italiano e matematica, mentre particolarmente significativo risulta il miglioramento delle competenze in inglese nella scuola secondaria di primo grado. Per i dati analitici rimandiamo alla lettura del Rapporto 2025.
Segnaliamo una significativa novità presente nel rapporto 2025: per la prima volta sono state rilevate a livello nazionale, su un campione di quasi 500 scuole, le competenze digitali degli studenti del secondo anno delle scuole secondarie di secondo grado sulla base del framework europeo DIGCOMP 2.2. I risultati sono molto incoraggianti poiché i nostri studenti si collocano tra il livello intermedio e avanzato.
Nonostante tali luci, restano delle ombre.
Il Rapporto evidenzia la persistenza di significativi divari territoriali, particolarmente marcati nelle regioni del Mezzogiorno, già a partire dalla scuola primaria, che si accentuano nei gradi superiori. Calabria, Sicilia e Sardegna sono i fanalini di coda nei risultati in italiano e matematica, ben al di sotto della media nazionale. Campania e Puglia, invece, hanno tratto particolare beneficio dalle attività previste da Agenda Sud. Questo dato conferma l’efficacia di interventi specifici, calibrati sulle esigenze delle singole scuole, rispetto a misure generalizzate di distribuzione a pioggia delle risorse economiche.
Altre ombre sono prodotte da un leggero aumento della dispersione scolastica implicita e dalla diminuzione delle eccellenze.
L’ANP ritiene che dal Rapporto possano evincersi alcuni importanti spunti di riflessione.
La scuola migliora e ottiene risultati concreti quando crede pienamente nella personalizzazione degli apprendimenti. Gli interventi del PNRR per contrastare la dispersione, la calibratura sulle competenze della scuola primaria caratterizzante l’Agenda Sud (al pari dell’Agenda Nord), i percorsi mirati alla “cura” a vario titolo dello studente come persona e l’attenzione alla molteplicità dei profili dei nostri ragazzi sono fattori che premiano. Essi, infatti, sono declinati sulla specificità di ciascuna situazione piuttosto che sulla proposta di soluzioni generalizzate. L’affermazione dei processi inclusivi diventa, così, la chiave del successo formativo e suggerisce di continuare sulla strada delle strategie differenziate per sostenere tanto gli studenti in difficoltà quanto quelli con maggiori potenzialità.
Un dato, in particolare, ci conforta. Quando le competenze sono in linea con le aspirazioni e gli interessi dei nostri ragazzi, il Paese si unisce. Segno che, se stimolati puntando anche su aspetti particolarmente sfidanti quali quelli legati alle competenze digitali e alla condivisione di linguaggi globali, gli studenti ottengono risultati positivi in ogni angolo d’Italia.