Il 10 settembre 2025, presso la sede del CNEL e alla presenza del suo Presidente prof. Renato Brunetta, è stato presentato il Rapporto Annuale sulla Produttività 2025, redatto dal Comitato Nazionale Produttività istituito presso lo stesso CNEL in attuazione della Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 20 settembre 2016.
L’ANP ha partecipato alla presentazione del Rapporto che ha lo scopo di analizzare la dinamica della produttività del lavoro tenendo conto del contesto internazionale e di fornire delle raccomandazioni, concentrate sulle competenze e investimenti, sulla struttura produttiva e sui divari territoriali.
In diverse parti del documento sono presenti considerazioni sugli aspetti della formazione e dello sviluppo delle competenze nel sistema italiano di istruzione. Richiamiamo i più importanti:
- Si osserva che la crescita della produttività è influenzata, oltre che dalle politiche industriali, dalle politiche fiscali, dalle politiche del lavoro, della concorrenza e dell’innovazione, anche dai sistemi educativi
- Viene evidenziata la carenza di competenze digitali della manodopera, osservando che essa nasce, storicamente, da percorsi scolastici non coerenti con le richieste del mercato del lavoro, con scarsa presenza di orientamento efficace verso percorsi tecnici o professionalizzanti (e ‘stigma’ sociale verso gli ITS), nonché elevati livelli di dispersione scolastica, in particolare nel Mezzogiorno
- Tale carenza di competenze ha l’effetto di limitare la capacità delle imprese italiane di adottare e valorizzare gli investimenti in capitale intangibile e tecnologie digitali
- Si esprime apprezzamento per gli impegni del Governo con la Commissione Europea indicati nel Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine 2025-2029 (PSBMT). Tale Piano intende continuare nell’azione di potenziamento delle competenze già avviata con il PNRR e prevede, fra l’altro, di reperire le risorse atte ad accelerare la piena operatività della riforma della filiera formativa tecnologico-professionale (L. n. 121/2024), che prevede percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado integrati con percorsi di istruzione tecnologica superiore, realizzati tramite accordi di rete e partenariato tra le istituzioni scolastiche tecniche e professionali, gli ITS Academy, le Università e altri soggetti pubblici e privati
- Si sottolinea l’importanza che la riforma della filiera formativa tecnologico-professionale (L. n. 121/2024) potenzi gli ITS e il raccordo con i corsi STEM universitari, attraverso target misurabili e specifiche risorse allocate allo scopo
- Particolare rilievo è attribuito allo strumento dei ‘Patti educativi territoriali 4.0’, ossia accordi sottoscritti a livello locale che coinvolgono una pluralità di attori: istituzioni scolastiche, enti di formazione, ITS, università, centri di ricerca, imprese e soggetti pubblici e privati del territorio, al fine di condividere risorse materiali e professionali (laboratori, personale docente e tecnico, strumentazioni)
- Sulla base dei fabbisogni di competenze derivanti dall’analisi degli investimenti programmati e dalle richieste delle imprese, si propone di identificare target quantitativi per l’estensione dei percorsi ITS entro l’orizzonte del Piano Strutturale di Bilancio, e il conseguente ampliamento dell’offerta formativa in ambito tecnico e scientifico
- Non viene trascurata neanche l’importanza della formazione e del reclutamento del corpo docente della filiera tecnico-professionale
- Passando ad analizzare i divari territoriali, il Rapporto osserva che l’Italia si colloca in fondo alla graduatoria europea per livelli d’istruzione: bassa componente di diplomati, propensione ancora significativa ad abbandonare gli studi al conseguimento della licenza media, quota ridotta di persone con titolo di studio terziario. In alcune aree, la popolazione resta meno istruita anche nelle fasce più giovani, dove questa condizione coinvolge circa un terzo della componente di popolazione considerata
- Infine, si prospetta anche per il futuro la persistenza di divari importanti riguardo alle competenze e alla qualità del capitale umano, con effetti potenzialmente rilevanti sulla dinamica della produttività nelle aree più deboli.
L’ANP considera di grande interesse le informazioni fornite dal Rapporto e ne condivide raccomandazioni e proposte. In un mondo che procede a velocità sempre più elevate, non è più possibile rimandare le riforme che il sistema italiano di istruzione e formazione attende da anni. È doveroso dare atto che, negli ultimi anni, sono state apportate numerose innovazioni, in particolare riguardo all’istruzione tecnica e professionale che rappresenta un settore strategico per l’incremento della produttività; tuttavia, continuiamo a sollecitare l’adozione di quelle misure, da tempo richieste a gran voce dall’ANP, che consentirebbero di modernizzare il sistema di istruzione. Ci riferiamo, in particolare, alla riforma del reclutamento del personale docente tramite l’assunzione diretta da parte del dirigente scolastico, ma anche alla necessità di eliminare le rigidità insite nel sistema, abbattendo le barriere poste – ad esempio – dalle classi di concorso, permettendo così una più agevole gestione degli organici, finalizzata alla personalizzazione dei percorsi con l’obiettivo di giungere al superamento del valore legale del titolo di studio.
L’ANP è consapevole della difficoltà di realizzare a breve riforme che incidano fortemente sull’impianto esistente, ma ritiene che il tempo a disposizione per adottarle concretamente sia sempre più esiguo. Ci auguriamo, pertanto, che la pubblicazione del Rapporto sulla Produttività rappresenti l’occasione giusta per porre le basi di innovazioni sempre più urgenti.