Presso la Camera dei Deputati è in esame il disegno di legge ordinaria A.C. 2423 “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico” finalizzato appunto all’introduzione di tale consenso, da parte delle famiglie, affinché gli alunni minorenni possano partecipare ad attività scolastiche attinenti all’ambito della sessualità. Su tale provvedimento è intervenuto da pochi giorni un emendamento che ha esteso il divieto di progettualità legate all’ambito della sessualità a tutto il primo ciclo di istruzione.
Antonello Giannelli, Presidente ANP, evidenzia che “il provvedimento in esame prospetta due seri ordini di problemi: uno di ordine giuridico-organizzativo; l’altro, più ampio, di concezione sociale”.
Andando nello specifico, Antonello Giannelli spiega “Per quanto riguarda le problematiche rientranti nel primo aspetto, oltre a ricordare la tutela offerta dall’articolo 117 della Costituzione all’autonomia scolastica, occorre sottolineare che esiste una fondamentale distinzione tra progettualità curricolare ed extracurricolare. Il testo proposto, invece, pretende di equipararle quando si riferiscono all’ambito della sessualità”
Continua il Presidente dell’ANP: “Non ignoriamo certo come la carta costituzionale tuteli anche, all’articolo 30, il diritto delle famiglie a educare i figli. Ricordo che le scuole hanno l’obbligo di pubblicare il PTOF per far sì che le famiglie possano visionarlo e scegliere consapevolmente la scuola che preferiscono. Ma, una volta effettuata l’iscrizione, la natura pubblica della missione educativa non può essere disconosciuta e all’azione amministrativa scolastica non sono opponibili veti genitoriali“.
“Per quanto concerne il secondo aspetto” prosegue Giannelli, “non possiamo fare a meno di osservare che le innovazioni legislative in questione sembrano ispirate a una visione sociale che ormai, piaccia o no, risulta ampiamente superata dalla realtà. Non possiamo ignorare che i nostri figli sono quotidianamente raggiunti, attraverso i media digitali, da contenuti a carattere sessuale terribilmente distorti e diseducativi. L’eventuale scelta di proibire alla scuola di occuparsi con professionalità della loro educazione sessuale li abbandona irresponsabilmente a una esposizione incontrollata, capace di condizionarne la crescita in negativo. Il ruolo della scuola è anche quello di educare lato sensu: educare alla vita collettiva, al rapporto con gli altri; non più insegnare solo a scrivere, leggere e far di conto“.
Per concludere il Presidente dell’ANP ricorda che “il rapporto UNESCO 2023 sulla “educazione sessuale integrale” certifica come l’Italia sia uno degli ultimi Stati membri dell’Unione Europea in cui l’educazione sessuale non è obbligatoria a scuola. La comunità scientifica internazionale riconosce unanimemente l’importanza di un’educazione strutturata all’affettività e alla sessualità per la prevenzione di abusi, violenze di genere, gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili. La scuola può svolgere un ruolo primario nel progresso dell’umanità ma, affinché questo avvenga, il decisore politico deve trovare coraggio e determinazione. A tale riguardo, ricordo la celebre frase di Alcide De Gasperi: “Un politico pensa alle elezioni. Uno statista alle prossime generazioni”.
Francesca Bizzotto, comunicazione ANP, bizzotto@anp.it, tel. 3394549965