Un sindacato rappresentativo dell’area dirigenziale “istruzione e ricerca” ha di recente pubblicato un attacco personale connotato da insolita veemenza nei confronti del Direttore di un Ufficio Scolastico Regionale. 

Ora, è noto che la dialettica sindacale può assumere toni anche molto aspri senza per questo risultare illecita. Non possiamo fare a meno di chiederci, però, se e quanto un comunicato così ostile sia funzionale al perseguimento dell’obiettivo prioritario – se non unico – di qualsiasi sindacato serio e cioè difendere gli interessi della categoria. Difenderli davvero, però. 

Sappiamo bene come qualsiasi attacco indirizzato contro l’Amministrazione generi immediato consenso tra i colleghi, in particolare tra coloro che hanno vissuto situazioni conflittuali con essa. A nostro avviso, tuttavia, la comunicazione violenta non produce mai benefici ma, al contrario, deteriora la qualità delle relazioni sindacali e pregiudica proprio la tutela della categoria rappresentata. L’efficacia dell’azione sindacale, infatti, va misurata sui risultati ottenuti e non sulla capacità di “parlare alla pancia” accecando, nel contempo, l’intelletto. 

Pertanto, rimarchiamo con determinazione la nostra siderale distanza da condotte palesemente ispirate alla deprecabile prassi dell’infangamento mediatico, in quanto foriere di una grave compromissione del clima di correttezza necessario affinché le relazioni sindacali siano concretamente proficue per i colleghi.  

Dal nostro canto continueremo ad attribuire, come sempre, assoluta priorità al bene della categoria disprezzando qualsiasi forma di demagogia, soprattutto se strillata.  

Le tessere sindacali ci interessano molto – e il nostro recente successo in materia di incremento della rappresentatività ne è testimone – ma mai al prezzo della dignità e del rispetto dei principi di buona fede e correttezza.