Ieri, 30 ottobre, a Palazzo Chigi la CIDA non ha firmato il Protocollo d’intesa sul rinnovo dei contratti nel pubblico impiego proposto dal Ministro Brunetta. Le ragioni di questa scelta sono molteplici:

  1. il Protocollo fa riferimento esclusivamente ai comparti del pubblico impiego, ignorando ogni specifico riferimento alle aree dirigenziali
  2. la proposta economica del Governo, consistente in un incremento medio pari al 3,2% per tutto il biennio 2008/09, non consente neanche di recuperare il tasso di inflazione relativo al solo 2008
  3. appaiono del tutto generiche e indeterminate le risorse che dovrebbero provenire dal taglio dei fondi unici d’amministrazione
  4. l’esiguità delle risorse messe a disposizione toglie credibilità all’obiettivo più volte affermato dal Governo di voler valorizzare la retribuzione accessoria in funzione dell’introduzione di meccanismi premiali
  5. il protocollo contiene soltanto un generico impegno ad accelerare la sottoscrizione dei contratti relativi al biennio 2006/07
  6. nel protocollo è assente qualsiasi riferimento alla situazione dell’Area V della dirigenza della scuola, alla necessità di contrattare l’intero quadriennio, all’inderogabile esigenza di destinare risorse aggiuntive all’area in funzione della perequazione retributiva esterna ed interna
  7. a decorrere dal 2010 si assume l’impegno generico di rinnovare il modello contrattuale applicato nel settore pubblico, senza dichiarare i principi generali che guideranno tale azione.

La decisione della CIDA di non sottoscrivere il protocollo d’intesa è stata condivisa dalle altre confederazioni rappresentative della dirigenza pubblica, CONFEDIR-MIT e COSMED (si veda il comunicato stampa unitario delle tre confederazioni). Sorprende, invece, che abbiano apposto la loro firma senza riserve, oltre all’UGL, anche la CISL, la UIL, la CONFSAL, proprio nello stesso giorno in cui le tre organizzazioni erano protagoniste dello sciopero generale contro le politiche scolastiche del Governo.

La CIDA, pur non avendo condiviso gli obiettivi dello sciopero troppo sbilanciati verso il veto politico su ogni ipotesi d’innovazione, non ha esitato ad assumere una posizione di fermo dissenso verso la proposta del Governo, nel momento in cui ha ravvisato una evidente e grave sottovalutazione degli interessi delle categorie dirigenziali rappresentate.

La CIDA auspica che i termini del protocollo d’intesa possano essere riconsiderati. Per quanto invece attiene alla riforma del modello contrattuale ribadisce l’importanza della Proposta di linee guida per la riforma della contrattazione collettiva, (riportata in allegato) formulata unitariamente a Confedir-Mit e a Cosmed e che reca la data del 30 ottobre.