L’incredibile aggressione subita dalla dirigente dell’Istituto Comprensivo di viale Romagna a Milano, oltre a provocare l’esecrazione da parte di tutti i colleghi, deve interrogarci sulle condizioni nelle quali oggi coloro che hanno la responsabilità di dirigere un istituto scolastico sono costretti a vivere.

Si raccolgono i frutti avvelenati di una campagna diffamatoria, durata più di un anno, che ha mirato a dipingere il dirigente scolastico nelle sembianze del despota, del podestà o dello sceriffo, a seconda dei gusti, soltanto perché una legge dello Stato ha introdotto elementi di rafforzamento del ruolo del dirigente scolastico, come elemento indispensabile per richiedere a tutto il sistema e a tutte le componenti scolastiche una maggiore assunzione di responsabilità circa la qualità del servizio d’istruzione.

I fatti di Milano sono gravissimi in sé, ma sono altresì preoccupanti per il messaggio che trasmettono: se un dirigente non è gradito, magari perché si permette di pretendere che le norme e le regole siano rispettate, è possibile trovare il modo perché se ne vada. Nella scuola di viale Romagna si è scelta la strada più diretta e più incivile, ma tante sono le strategie, più raffinate di un pugno sferrato in pieno viso, messe in atto affinché un dirigente decida che la misura è piena e che è arrivato il momento di togliere il disturbo, anche per la propria salute fisica e mentale, affinché tutto ritorni come prima e ognuno si riappropri dei propri spazi di potere e di privilegio.

L’ANP esprime la sua piena solidarietà alla dirigente di Milano e chiede ad alta voce che l’accaduto diventi occasione di una riflessione ampia sulle condizioni di lavoro dei dirigenti scolastici e sui ricorrenti tentativi di delegittimarne il ruolo e la funzione istituzionale e sociale. Non bisognerebbe arrivare ad atti di bullismo adulto per accorgersi che non si possono abbandonare i dirigenti a presidiare da soli una prima linea sempre più calda ed esposta a rischi quotidiani.

Sulle responsabilità dei fatti di Milano daranno risposte gli organi di sicurezza; sulle condizioni di lavoro dei dirigenti delle scuole attendiamo risposte dall’amministrazione e dai decisori politici.