La storia, purtroppo, si ripete.  

Il principio del “divide et impera” era ben noto già ai nostri antenati Romani che, anche grazie a esso, crearono e gestirono a lungo un grande impero.  

A distanza di una settimana dal nostro intervento di chiarimento sulla questione della graduazione delle istituzioni scolastiche – chiarimento resosi necessario per contrastare la confusione e la mistificazione create da alcuni – non possiamo esimerci dal pubblicare oggi queste ulteriori righe per contrastare nuove narrazioni, ancora una volta prive di fondamento, sulla questione della mobilità.  

Per l’ANP l’unitarietà della categoria è un valore assoluto. Per l’ANP fare sindacato significa individuare e tutelare gli interessi che accomunano i colleghi. L’ANP non ha mai cercato, né mai cercherà, di favorire le divisioni tra essi o, peggio, di aizzarli gli uni contro gli altri.  

Lasciamo queste inqualificabili pratiche a chi, agendo in modo da creare e ingigantire le insicurezze di qualche collega, tenta poi di offrirgli il salvagente di tessere sindacali che, come peraltro ribadito dal risultato – ufficioso, per carità! – delle recentissime elezioni CSPI, hanno la rappresentatività che tutti possono serenamente apprezzare.  

A chi agisce così non interessa granché della categoria dei dirigenti né della dirigenza tout court. Vendono illusioni, anche di seconda mano come cantava la Dietrich, e alimentano la rabbia e il livore di colleghi verso altri colleghi. In realtà, intendono l’azione sindacale come ricerca del privilegio per pochi amici a discapito di molti. 

Mai l’ANP si comporterà così.  

Invitiamo tutti i colleghi, pertanto, a diffidare di un certo modus operandi, deleterio e corrosivo per la categoria. Una categoria frammentata e divisa non può ottenere risultati, non può ispirare politiche. Può perdere in poco tempo, però, la credibilità e i progressi conquistati con sacrifici di anni. 

Data la delicatezza della questione, quindi, è opportuno definire bene i termini del mutamento del conferimento degli incarichi dirigenziali, tanto più in presenza del corposo impatto del dimensionamento. 

Centinaia di scuole sono state coinvolte nella razionalizzazione della rete scolastica in numerose regioni, prevalentemente centro-meridionali. Le stesse che, più di altre, stanno subendo anche le conseguenze determinate dal drammatico calo demografico che interessa il Paese.  

Di fronte a uno scenario così complesso, l’Amministrazione ha proposto, in sede di informazione alla parte sindacale ex articolo 5, comma 3, lettera g) del vigente CCNL, criteri più stringenti per uniformare l’assegnazione degli incarichi ai dirigenti scolastici.  

Sia ben chiaro che l’ANP, per suo DNA, non può contestare e non intende contestare l’esercizio dei poteri datoriali che la legge prevede. Ma, in quanto sigla sindacale, è doverosamente impegnata nel tentativo di orientare l’Amministrazione verso criteri omogenei, volti a ridurre le disparità territoriali registrate sino allo scorso anno scolastico e oggetto di pesanti critiche da parte di tanti iscritti.  

Abbiamo pertanto condiviso la proposta, esplicitata nel comunicato di ieri, di mantenere in essere l’incarico del dirigente della “scuola accorpante” senza obbligarlo alla mobilità in quanto essa va – obiettivamente – nella direzione della massima salvaguardia possibile dei diritti e delle giuste aspettative dei colleghi coinvolti dagli effetti del dimensionamento. 

Invocare l’applicazione del CCNL di area – che ovviamente l’ANP difende a spada tratta – non risolve le problematiche sollevate poiché, mentre la soppressione di una istituzione scolastica è nozione incontestabile e di immediata comprensione, il termine “modifica” è passibile di interpretazioni molto differenziate tra loro e assolutamente incontrollabili dalla parte sindacale.  

Ad esempio, nel caso di un istituto comprensivo che si trovasse a inglobare un singolo plesso di un singolo ordine, si potrebbe tecnicamente parlare di “modifica” e imporre al dirigente titolare di partecipare alle operazioni di mobilità? E se gli ordini fossero due? O ancora, si potrebbe parlare di “modifica” se una scuola mantenesse comunque il proprio codice meccanografico? 

L’ANP è un sindacato serio e responsabile che difende la categoria nella sua interezza, tutelando i valori della dirigenza.  

Diciamo no alla demagogia. 

Diciamo no all’ipocrisia. 

Diciamo no al favoritismo per pochi a discapito di molti. 

Diciamo sì a chiare linee di indirizzo di cui il sindacato possa poi concretamente verificare l’attuazione da parte degli USR.