Nell’improvviso incontro del 4 febbraio a Palazzo Chigi, alle Confederazioni sindacali presenti è stato proposto il testo di un accordo, sottoscritto a fine seduta dalla metà delle Confederazioni e, tra queste, dalla CIDA.
Il testo dell’Intesa contiene affermazioni di principio condivisibili, ancorché generiche, alcuni punti problematici, tra i quali la reale entità delle risorse da distribuire o il coinvolgimento delle Regioni e delle Autonomie locali, altri ancora di dubbia interpretazione.
In ogni caso, nell’ Accordo è affermato esplicitamente che le retribuzioni complessive, comprensive delle voci accessorie come la retribuzione di risultato, percepite dai dipendenti nel 2010 non possono essere diminuite per effetto dell’ applicazione dell’art.19 del d.lgs. n.150, ovvero del discusso meccanismo del 25-50-25, per cui in ogni caso il 25% dei dipendenti o dei dirigenti di una amministrazione non avrebbe percepito, già dal 2011, neppure un euro di retribuzione accessoria. Questa potrà essere solo incrementata dalle risorse, pur scarse, derivanti dal c.d. “dividendo dell’ efficienza”, che andranno attribuite a coloro che conseguiranno i risultati migliori, in deroga al blocco generale delle retribuzioni previsto dall’ ultima manovra Tremonti (legge n.122 del 2010). Si tratta, com’è evidente, di clausole migliorative della situazione in atto, e pertanto sicuramente da condividere.
Inoltre, si prevede la costituzione, in ogni Amministrazione, di Commissioni paritetiche per monitorare e analizzare le esperienze ivi compiute in materia di valutazione della performance. La materia è doppiamente interessante per i dirigenti, perché li riguarda sia come valutati che come valutatori, ed alle Commissioni istituite da questa Intesa potranno partecipare solo le Organizzazioni che l’hanno sottoscritta.
Infine, l’Intesa prevede un Atto di indirizzo all’ARAN per arrivare ad un Accordo quadro che regoli il sistema di relazioni sindacali come modificato dal d.lgs.150 (e disastrato dalla manovra Tremonti). Al tavolo in ARAN, ovviamente, parteciperanno tutte le Confederazioni, ma i prevedibili confronti presso il Dipartimento Funzione pubblica, prima, durante e dopo le trattative in ARAN potranno aver luogo solo con le Confederazioni firmatarie dell’Intesa medesima.
Per queste ragioni, fermo restando il rifiuto del blocco della contrattazione, delle retribuzioni e delle carriere operati dalla legge 122 del 2010, che FP CIDA sta impugnando in sede giurisdizionale e in sede costituzionale, e ferma restando la valutazione critica dello stallo delle trattative sui nuovi comparti ed aree di contrattazione, dovuto alla palese insostenibilità delle posizioni di parte datoriale, la CIDA ha ritenuto di dover sottoscrivere l’Intesa del 4 febbraio, per tutelare le retribuzioni di fatto, impedendone un decremento rispetto a quelle in godimento, e per poter partecipare ai tavoli istituti dall’Intesa medesima, dove andare a difendere i valori, le posizioni e gli interessi delle categorie rappresentate.