L’ANP ha partecipato oggi, 12 dicembre 2023, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito all’incontro di informazione riguardante le Linee triennali di indirizzo per la Formazione del personale scolastico (2023- 2025) elaborate dalla Scuola di Alta Formazione dell’Istruzione (SAFI).  

In premessa l’Amministrazione, rappresentata dal Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, Dott.ssa Carmela Palumbo, e dal Dott. Filippo Serra, direttore della Direzione Generale per il personale scolastico, ha annunciato l’emanazione a breve del decreto interministeriale sui criteri di valutazione dei docenti nei percorsi di formazione incentivata e sui contenuti minimi della formazione in partenza. Ha evidenziato, inoltre, come il decreto-legge n. 36/2022, convertito dalla Legge n. 79/2022, non definisca in modo chiaro la ripartizione delle competenze tra l’Amministrazione e la SAFI. Ha inteso procedere, dunque, all’attribuzione alla prima di compiti di regia, alla seconda del ruolo tecnico e di indirizzo. 

La Dott.ssa Palumbo ha ricordato inoltre che l’inizio del primo triennio di formazione incentivata deve situarsi necessariamente nel corrente anno scolastico, al fine di poterlo completare secondo le scadenze dettate dal PNRR (2023-2026). 

Hanno poi preso la parola il Presidente della SAFI, Prof. Giuseppe Bertagna, e il Direttore della SAFI, Dott.ssa Antonietta D’Amato, che hanno evidenziato come il perno delle Linee sia quello di superare una visione uniforme e centralizzata della formazione, dando spazio ai bisogni formativi del singolo, valorizzando le competenze professionali proprie di ciascun profilo e agganciando i percorsi al PTOF. L’e-portfolio personale – nel quale confluiranno, a titolo di esempio, l’analisi dei bisogni formativi, i percorsi espletati, le certificazioni ottenute – sarà integrato nel sistema utilizzato dalla piattaforma SOFIA. Al tempo stesso la Scuola intende assicurare qualità uniforme alla formazione su tutto il territorio nazionale attraverso azioni di monitoraggio e di valutazione. I destinatari delle attività, di cui la SAFI definisce contenuti e obiettivi strategici, sono tutte le categorie professionali della scuola, dirigenti compresi, con il coinvolgimento attivo delle famiglie per rilanciare l’alleanza educativa con le stesse. Le istituzioni scolastiche, nella loro autonomia, hanno facoltà di scegliere gli argomenti e organizzarli come desiderano ma la norma impone loro di rendicontarne i risultati. 

L’ANP in premessa ha chiesto all’Amministrazione il confronto, ai sensi dell’articolo 5, comma 3, lettera f) del CCNL di area, per approfondire la discussione su quanto previsto dalle Linee in merito alle attività di formazione dei dirigenti scolastici. 

Ha poi espresso un generale apprezzamento per l’ambizione del legislatore di costruire un quadro di sistema in cui la formazione per tutto il personale è indicata come la leva privilegiata e lo strumento essenziale per il miglioramento complessivo della scuola. Altrettanto condivisibile risulta l’impianto a lungo termine delle Linee il cui percorso pluriennale consente una progressiva e costante implementazione delle competenze individuali e, di conseguenza, di sistema. L’aggancio con indicatori e misuratori il più possibile oggettivi appare funzionale a garantire solidità, efficacia e trasparenza dei percorsi. 

Abbiamo espresso, invece, perplessità sui seguenti aspetti: 

  • il piano di formazione destinato ai dirigenti scolastici è ancorato a un profilo professionale che in più parti risulta non coincidente con quello reale il cui disegno discende da norme e contratto; inoltre, nelle sezioni dedicate all’autovalutazione, il testo presenta ambiguità tra competenze, obblighi e risultati attesi 
  • il piano per i docenti, a tratti ambizioso, si scontra con la complessità di gestione dello stesso in forza del contrasto tra le disposizioni di legge e l’articolato dei contratti del comparto; infatti, l’assenza di una effettiva obbligatorietà della formazione rischia di vanificare la necessaria saldatura tra formazione continua e miglioramento dell’offerta formativa 
  • la riforma introdotta dal decreto-legge n. 36/2023 è fiacca e timida, ha ricadute troppo lontane nel tempo e risulta esigua nel numero dei docenti coinvolti; peraltro è stata riportata nell’alveo della contrattazione senza incidere efficacemente sulla necessità di istituire una vera carriera dei docenti disgiunta dall’insegnamento. Non viene dato spazio, dunque, alla concretizzazione normativa di ciò che già accade effettivamente nelle scuole in cui tanti docenti collaborano attivamente con i dirigenti scolastici.

La complessità che contraddistingue il panorama attuale delle istituzioni scolastiche, il ruolo che sono chiamate a svolgere nella società, la pluralità di competenze e capacità che caratterizzano tutti i profili del personale che vi opera sono elementi che meriterebbero una più ardita e complessiva azione di investimento, uno sguardo più audace sui necessari processi riorganizzativi e sulle azioni formative da mettere in campo, che per forza di cose non possono non investire dalla base i diritti/doveri contrattuali, anche e soprattutto in merito a un obbligo tradotto in un monte ore minimo di ore di formazione previsto per tutti  i lavoratori della scuola e non solo per i docenti stabilmente incentivati.

L’Amministrazione ha convenuto sulla delicatezza della dialettica tra le disposizioni del decreto-legge n. 36/2023 e le prerogative contrattuali. D’altra parte, ha ribadito ha la cogenza dell’attuazione della riforma. Ha poi accolto la nostra richiesta di confronto che avrà luogo il prossimo 18 dicembre. 

Aggiorneremo tempestivamente gli iscritti al riguardo.